Saggezza Popolare | 25 agosto 2023, 15:00

Toscana, 'enciclopedia' di proverbi e motti popolari patrimonio del mondo

Questa rubrica 'semiseria' raccoglie e propone i detti, i proverbi e le antiche saggezze che da secoli arricchiscono l'Italia di un patrimonio inestimabile di cultura locale

Toscana, 'enciclopedia' di proverbi e motti popolari patrimonio del mondo

Meriterebbero una rubrica a parte, tutta per loro, per quante ne sanno e ne han dette nel corso dei secoli.

Battuta pronta, irriverenti, sagaci, 'feroci' e non solo. Ecco alcuni tratti dei toscani che hanno trasmesso anche nei loro modi di dire e nei proverbi, tipici esempi di saggezza popolare dove il quotidiano diventa una 'perla' di esperienza. 

Tantissimi detti e modi di dire della Toscana sono divenuti d'uso comune in tutta Italia e sono stati persino 'esportati' all'estero. La redazione de Laprimalinea.it ne ha scelti quattro meno noti ma non per questo meno suggestivi e intriganti. E, soprattutto, intrisi di tanto buon senso.

In fondo all'articolo sono scaricabili gli audio

Proverbio 1

A voler che il carro non cigoli, bisogna unger le ruote

Traduzione

Se si vuole ottenere qualcosa da un burocrate potente, occorre offrirgli danaro o favori

Proverbio 2

Chi ha il mestolo in mano, fa la minestra a modo suo

Traduzione

Chi detiene il comando ha il potere agire a modo proprio imponendo agli altri la propria volontà

Proverbio 3

Piano con l'arco, che la sonata è lunga...

Traduzione

Non avere fretta di correre alla meta, perché la strada è lunga e ci si può stancare

Proverbio 4

Cavaliere fra due dame fa la parte del salame

Traduzione

Chi corteggia in ugual modo due donne, probabilmente  non ne conquisterà nessuna

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Come ha tanti proverbi e detti popolari, la Toscana è ricca anche di feste e sagre popolari. Ne abbiamo scelte due tra le tante, che si sono parse alquanto originali.

Giostra del Saracino ad Arezzo

La Giostra del Saracino si disputa nella Piazza Grande di Arezzo due volte l'anno: il penultimo sabato del mese di giugno, in notturna, dedicata a San Donato, patrono di Arezzo, e per questo definita "Giostra di San Donato" e la prima domenica del mese di settembre, di giorno, dedicata alla sacra immagine della Madonna del Conforto, protettrice di Arezzo, e per questo definita "Giostra della Madonna del Conforto".

Si tratta di un'antica competizione cavalleresca, che affonda le sue origini nel Medioevo e che consiste nel colpire un bersaglio, posto sullo scudo che Buratto (un automa girevole che impersona il "Re delle Indie") tiene sul braccio sinistro con un colpo di lancia al termine di una veloce carriera a cavallo. Il tutto senza farsi colpire dal mazzafrusto, imbracciato dal Buratto stesso nel braccio destro, il quale viene azionato da un meccanismo a molla che aumenta l'azione di rotazione già impressa dal colpo del cavaliere.

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<picture style="visibility: visible; opacity: 1; transition: opacity 1s cubic-bezier(0.5, 0, 0, 1) 0s; " data-sr-id="21" class="aN">
</picture>Balestro del Girifalco a Massa Marittima

Una spettacolare gara fra i balestrieri dei rioni della città che si svolge ogni anno, la quarta domenica di maggio e la seconda domenica d'agosto nella bella città medievale dell'entroterra della Maremma. Consiste in una gara di tiro al bersaglio (detto Corniolo o Tasso e fissato su un grande ritratto del Girifalco) con la Balestra antica all'italiana. Prendono parte alla gara 24 balestrieri, 8 per ciascuno dei Terzieri in cui è divisa Massa Marittima fin dai tempi della sua costituzione a Libero Comune.

La gara è preceduta da un austero ma vivo e policromo corteo, composto da oltre 150 persone che indossano fedeli riproduzioni di costumi medievali. Il Corteo sfila per le vie cittadine fino ad arrivare nella duecentesca piazza del Duomo, stupenda cornice in cui si svolge la gara. Dopo le evoluzioni dei bravissimi sbandieratori, che muovono le loro bandiere con eleganza e fantasia, ha inizio la gara vera e propria. Le frecce vengono scagliate mediante la balestra antica all’italiana, riproduzione di quelle usate nel ’400. Il balestriere, dopo aver caricato la propria arma, prende posto sul banco di tiro e scaglia la propria freccia verso il bersaglio detto “corniolo” o “tasso”, posto alla distanza di 36 metri. Il corniolo, posto al centro del grande girifalco, è un legno di forma troncoconica di circa 13 centimetri di diametro e sporgente per 42 cm da una base circolare anche essa in legno e del diametro di 50 cm. Il balestriere vincitore, la cui freccia si sarà conficcata più vicina al centro del corniolo, riceverà in premio una simbolica freccia d’oro, mentre al suo Terziere verrà assegnato il “drappellone” in seta dipinta. 

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