Eventi e appuntamenti | 29 giugno 2023, 22:18

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo a Lourdes, 'incontriamo la spiritualità dei sofferenti e dei ricoverati'

Il Presidente AIPaS e Cappellano dell'ospedale 'Parini' di Aosta è stato guida spirituale nel pellegrinaggio organizzato dal Forum delle Associazioni sociosanitarie

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo offre la comunione a un bimbo sul sagrato di Lourdes

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo offre la comunione a un bimbo sul sagrato di Lourdes

L'opportunità di incontrare una volta di più la fede incrollabile di chi pur soffrendo non ne scorda il tesoro spirituale; la gioia e il priviliegio di celebrare il Santo Rosario nella grotta delle apparizioni di Lourdes; la possibilità di confrontarsi con nuove tematiche sociali e culturali oltreché teologiche. Tutto questo ha rappresentato per il sacerdote valdostano don Isidoro Mercuri Giovinazzo, presidente dell'Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria-AIPas e Cappellano dell'ospedale di Aosta, l'esperienza di guida spirituale del pellegrinaggio conclusosi giovedì 29 giugno a Lourdes, organizzato dal Forum delle Associazioni sociosanitarie (formato da dodici Associazioni di livello nazionale, dai Forum delle regioni Campania, Puglia e Sicilia e da ottanta strutture della Rete del territorio, in tutto quattrocentomila aderenti)  per la 'Giornata Mondiale del Malato 1993 – 2023' che  si è svolta da domenica 25 giugno.

Martedì 28 giugno, alla Messa internazionale presieduta da Monsignor Sebastian, Vescovo di Majorca, sono stati ricordati tutti gli ammalati che con fede si recano periodicamente a Lourdes non solo per invocare l'aiuto della Madre Santissima ma anche per condividere la profonda emozione della vicinanza spirituale.

Tante e nobili le motivazioni alla base di questo pellegrinaggio alla Grotta delle apparizioni della Vergine Immacolata: le guerre, non solo quella in Ucraina, che infuriano sul pianeta con armi sempre più tecnologiche e letali; la pratica dell’aborto, più che quadruplicata nel giro di pochi anni con totale disprezzo per la vita del nascituro; il contestuale incremento della violenza di genere e dei femminicidi.

Da sn Antonio Falcone AMCI e consigliere nazionale Forum; Alessandro De Franciscis, AMCI e Presidente del Bureau des Constatations Médicales di Lourdes; il Vescovo di Lourdes, Jean-Marc Micas; Aldo Bova, Presidente nazionale del Forum; don Isidoro Mercuri Giovinazzo, Presidente nazionale AIPaS, vice presidente e assistente spirituale Forum; Roberto Maurizio, consigliere nazionale Unitalsi e consigliere  Forum; Carlo Crispino, pneumologo AMCI e rete Forum

La giornata più importante del Forum è stata martedì 27 giugno,  con la celebrazione del convegno-meeting 'Promuovere la Salute. Edificare la Pace', che si è svolta nella Sala Hémicycle della chiesa di Sainte-Bernardette di Lourdes. I lavori sono stati moderati dal professor Alessandro De Franciscis – Medico Presidente dell’Ufficio Constatazioni di Lourdes e dal professor Aldo Bova – Primario emerito di Ortopedia e traumatologia e già Direttore del Dipartimento chirurgico dell’Ospedale San Gennaro di Napoli.
La tematica del convegno-meeting è stata introdotta dai due moderatori ed è seguito poi, il saluto di S. E. Mons. Jean-Marc Micas, Vescovo di Tarbes e Lourdes.


Il convegno è stato arricchito da tematiche di grande interesse teologico, etico e sociale illustrate da relatori di alta levatura, tra i quali don Mercuri Giovinazzo, intervenuto sul tema 'Promuovere la salute edificare la pace: la spiritualità dei sofferenti e dei ricoverati'. 

"È meraviglioso poter realizzare questo pellegrinaggio nel trentesimo anniversario della Giornata Mondiale del Malato  -ha detto dal palco il sacerdote aostano - istituita per volontà di San Giovanni Paolo II e fissata all'11 febbraio di ogni anno, nella festa di Nostra Signora di Lourdes. Alla Madonna che schiaccia la testa del serpente, simbolo del male, vogliamo affidare i nostri servizi sociosanitari e le tante persone che ogni giorno si affidano alle nostre cure. Siamo medici, infermieri, operatori sanitari, cappellani ospedalieri, religiosi e laici volontari, che attraverso una intensa attività di promozione della salute e tutela della vita cercano, con retta coscienza, di prendersi cura del prossimo sofferente. Vogliamo edificare dentro e intorno a noi sentimenti di pace e di generoso altruismo".

Anche l'Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria AIPaS partecipa attivamente alle iniziative promosse dal Forum "ben consapevole - ha proseguito don Mercuri Giovinazzo -  che uniti con medesimi intenti siamo più incisivi e forti offrendo un servizio universale che come chiesa cattolica vogliamo promuovere in questo terzo millennio. Sappiamo bene, infatti, che durante un'esperienza di fragilità e di malattia il primo bene perduto è la libertà. Non si può più fare ciò che si è abituati a compiere,  si è in una condizione che limita la nostra autonomia e dobbiamo essere necessariamente dipendenti da qualcuno, che si prenda cura di noi. Tra le molteplici e valenti figure sociosanitarie, ci siamo anche noi, i cappellani ospedalieri e i parroci. Ogni giorno visitiamo nelle case, nelle strutture residenziali e riabilitative, negli ospedali, i pazienti ricoverati. Si tratta di una moltitudine di sofferenti che grida aiuto, spesso anche silenziosamente, e bisogna aprire bene gli occhi e il cuore per essere loro prossimi, adoperandosi in opere di misericordia corporali e spirituali che trovano piena occupazione di mente mani e cuore". 

Il tradimento di un corpo che invecchia o si ammala, secondo il Presidente AIPaS, "minaccia l'immagine perfetta di un sé che la nostra società ha instillato poco a poco nelle coscienze individuali. Una immagine di caducità di fragilità del sé rischia di annientare la pace con sé stessi e con gli altri. Il non poter fare spesso svuota un voler essere. Occorre pertanto una carezza celeste che in terra passa attraverso i sacramenti:  riconciliazione,  comunione ed unzione degli infermi, i cosiddetti sacramenti di guarigione, o semplicemente attraverso una buona relazione di aiuto fatta di ascolto attento e restituzione di ciò che ci viene partecipato".

E ancora: "Questo 'modus operandi' permette di rasserenare molti cuori spaventati. Occorre promuovere la salute in tutte le sue dimensioni: quella fisica, psicologica,  relazionale, sociale e spirituale. Le domande che spesso i cappellani ospedalieri sentono ripetere dai pazienti sono: perché proprio a me? perché questo dolore così grande ad una persona così buona, ad un innocente ad un bambino? perché Dio mi punisce? Sembra quasi ci sia una retribuzione di colpa da scontare sulla terra per volere di Dio... Ebbene nessuna pena spirituale è da scontare sulla terra, nessun male è voluto da Dio, ma soltanto da colui che in avversione al bene e alla salvezza cerca di tentarci  in ogni modo, togliendoci la pace, la fede, la speranza e l'amore,  facendoci credere di essere stati abbandonati da tutti e anche da Dio. Domenica scorsa, il Vangelo ci ripeteva a gran voce: Non abbiate paura!... Io sarò con voi sempre, non vi abbandonerò mai. Non turbetur cor vestrum, non sia turbato il vostro cuore. Alla paura, alla ribellione e all'incomprensione che tocca noi oppure un  nostro affetto profondo scaturisce una attesa  fatta di ascolto, che qui nel Santuario di Lourdes diventa palpabile. Tutto diventa un dialogo filiale con Dio e questo ci permette di trovare un senso, una speranza".

"Se non si può guarire nel corpo, perché quella malattia e inguaribile - ha concluso don Mercuri Giovinazzo - certamente si può chiedere un sostegno, perché tutti possano essere curati. Tutti hanno la necessità di trovare qualcuno che si prenda cura di loro, di un fratello il più piccolo, sia esso un embrione, sia esso un bambino, un giovane o un anziano, sia esso un disabile o una persona non capace di autodeterminazione. Quei piccoli, quei fragili, sono il nostro Gesù e non possiamo passare oltre senza fermarci e tendere loro la mano e aprire il cuore. Un giorno, ad una signora che esprimeva terrore e gravi tentazioni a causa  della sua condizione di malattia, dissi che anche le tentazioni nella fede, nel valore della dignità della vita e nella speranza possono essere un dono che ci permette di ripetere a Dio quanto bene gli vogliamo, perché non cedendo al richiamo del buio non cedendo a quella trappola insidiosa e ben congegnata, potremmo ripetere infinite volte: 'Mio Dio quanto ti amo, in te confido!'". 

 

red.laprimalinea.it