Saggezza Popolare | 16 giugno 2023, 07:30

L'antica 'saggezza valdostana' sempre attuale oggi come ieri

Il francoprovenzale della nostra Vallée con i suoi proverbi d'antan eppur sempre attuali entra da protagonista nella ormai conosciuta e apprezzata rubrica di saggezza popolare

L'antica 'saggezza valdostana' sempre attuale oggi come ieri

Le montagne più alte d'Europa, una città ricca di vestigia dell'Antica Roma come poche altre, un'eccellenza enogastronomica che tutti ci invidiano. Oggi la nostra rubrica 'Saggezza Popolare' è a KM 0 e si crogiola tra i panorami da sogno della Valle d'Aosta.

Ai piedi di Sua Maestà il Monte Bianco (un suggestivo scorcio del Massiccio qui nella foto), alcuni dei proverbi tipici patoisans.

In fondo all'articolo sono scaricabili gli audio. 

Proverbio 1

Quand tzalende l'et deleun, de tri boou fat tchoué un

Traduzione: 

Quando Natale cade di lunedì, di tre tori bisogna ammazzarne uno

Significato:

Quando si annuncia tempo di carestia, bisogna prepararsi a sacrificare qualcosa che ci servirà per superarla

Proverbio 2

 Qui l'a pi de fi,fé pi de tèila

Traduzione:

Chi ha più filo tesse più tela

Significato: chi ha più mezzi, risorse e sostanze riesce a fare cose di maggiore valore, importanza e durata

Proverbio 3

Plodze lo dzor de Sèn Medar, carènta dzor bruillard

Traduzione:

Pioggia nel giorno di San Medardo, quaranta giorni di nebbia

Significato: Si spiega da sé; è un'antica superstizione meteorologica che però, stranamente, si è rivelata attendibile in diverse occasioni

Proverbio 4

Dézò l'éve la fan. Dézò lo solèi lo pan

Traduzione:

Sotto l'acqua la fame, sotto il sole il pane

Significato: Troppa pioggia in montagna non ha mai portato abbandondanza; i raccolti in quota hanno bisogno di sole per dar frutto 

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Lo Pan Ner, una tradizione millenaria valdostana

In Valle d’Aosta il pane è da secoli un alimento principale e le coltivazioni dei cereali, segala e frumento, hanno per secoli caratterizzato il paesaggio montano.

Il pane di segala, simbolo della vita di altri tempi e oggi alimento considerato eccellenza gastronomica della Vallée, sino a un centinaio di anni fa era indispensabile per il nutrimento e comportava un anno intero di fatica per la coltivazione del cereale e per la produzione del pane stesso.

Ogni villaggio aveva le sue strutture pubbliche: cappelle, scuola, latterie e forni, opere importanti e caposaldi per la religione, la cultura e l’alimentazione. Ogni villaggio, dunque, aveva il suo forno. La panificazione, fase importante per l’alimentazione, era anche considerata un  momento di festa e di socializzazione.

La produzione del pane era generalmente limitata al periodo compreso tra Santa Barbara, agli inizi di dicembre, e la vigilia di Natale. Poche erano le famiglie che potevano produrre pane più volte nei diversi periodi dell’anno. La produzione del pane coinvolgeva i nuclei familiari e più in generale la comunità locale con ruoli ben precisi per tutti. Le donne impastavano la farina e realizzavano le forme di pane che gli uomini cuocevano; i bambini aspettavano con ansia la cottura dei 'galletti' (piccoli pani, talvolta dolci, in forma di gallo)  che gli adulti preparavano per loro.

Questo pane povero, scuro e duro rappresentava anche per i nostri emigrati e soldati, che lo assaporavano a piccoli pezzi, la loro casa, il loro villaggio.

Oggi non pochi sono i giovani che investono in una agricoltura di ritorno, noncuranti di un progresso che ha trasformato il pane in un prodotto di diffusione commerciale; oltre ad una fonte di reddito esiste la volontà  di ridare al pane il ruolo di protagonista, di recuperare le tradizioni con le loro emozioni.

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