Economia | 28 aprile 2023, 07:25

Fino al 2050 garantiti 30 centimetri di neve in Valle nelle settimane di Natale

Fino al 2050 garantiti 30 centimetri di neve in Valle nelle settimane di Natale

"Complici i cambiamenti climatici, si scierà sempre più in alto e anche i nuovi investimenti punteranno a quote superiori ai 1.700-1.800 metri".

Lo ha sostenuto l'assessore regionale allo Sviluppo economico, Luigi Bertschy, che ha coordinato il convegno "Le funi del futuro. Il settore degli impianti a fune tra innovazioni e transizioni", svoltosi ieri in una sala congressuale della funivia del Monte Bianco Skyway, a Courmayeur."

Tutto ciò che sta al di sotto di tale quota - ha detto Bertschy- è patrimonio di piccole economie locali che per andare avanti hanno bisogno di risorse e investimenti che li aiutino ad iniziare quella riconversione verso gli impianti ad utilizzo estivo o ad essere salvaguardati per le loro piccole economie".

Tesi sostenuta dagli studi su alcuni possibili scenari formulati dal dipartimento regionale Ambiente insieme all'Arpa, secondo i quali  in una stazione sciistica con partenza a 1.750 metri di altitudine, da quest'anno sino al 2050 sarà possibile garantire almeno 30 centimetri di neve, naturale e artificiale, per entrambe le settimane natalizie. Nel 2080 è invece prevista una riduzione di otto giorni per gli scenari che non rispettano i target climatici dell'Unione europea. A spiegarlo è stato durante il convegno Luca Franzoso, coordinatore del dipartimento.

Sempre considerando un impianto con partenza a 1.750 metri e arrivo a 2.300 metri, il numero di giornate potenziali per la produzione di neve artificiale nel periodo novembre e dicembre avrà delle riduzioni limitate (almeno 10 giorni disponibili alle due quote) secondo tutti gli scenari al 2030 e al 2050 e una riduzione a 2/3 giorni al 2080 per gli scenari che non rispettano i target dell'Ue. Riguardo invece alla variazione percentuale dei consumi di acqua per la produzione di neve artificiale, sempre nel periodo novembre e dicembre, queste saranno limitate (-5%/+5%) alla quota di partenza (1.750 metri) e aumenteranno del 15/20% alla quota di arrivo (2.300 metri) al 2030 e al 2050. Nel 2080 si prevede invece un aumento dei consumi d'acqua compresi tra il 20% (quota di partenza) e l'80% (quota di arrivo) per gli scenari che non rispettano i target climatici europei.(Franzoso sottolinea che i metri cubi utilizzati a livello regionale per la produzione di neve artificiale rappresentano lo 0,1/0,2% dello stock idrico nivale naturale totale secondo i dati del periodo di riferimento 2007-2022.

Stando a questi numeri, per l'assessore Bertschy, "sarà importante il lavoro con l'assessorato al Turismo proprio perché dove metteremo soldi per sostenere gli impianti ci vorranno altrettanti soldi per aumentare la capacità ricettiva". "Nella visione sociale che accompagna il futuro degli impianti a fune abbiamo bisogno di garantire a tutti la possibilità di sciare, così come abbiamo bisogno che un po' tutti tornino sui campi da sci e lo possiamo fare con offerte diverse. Abbiamo un sistema che stiamo rivitalizzando che è quello dei piccoli comprensori, dove possiamo riportare una popolazione che lo sci lo ama ancora, ma che con certi redditi non se lo può permettere: non dobbiamo toglierli la possibilità di divertirsi".

Sugli investimenti nel settore, "non dobbiamo pensare solo ai nuovi impianti ma anche alla riconversione degli impianti che arrivano a fine carriera perché a un certo punto le revisioni intervengono e hanno dei costi che vanno sostenuti e la politica dovrà essere chiara al loro riguardo".

Dal canto suo l'assessore regionale al Turismo, Giulio Grosjacques, ha affermato che "la nostra filosofia è quella di tutelare l'ambiente; siamo valdostani, viviamo in questa realtà e siamo i primi a volerla proteggere ma creando intorno dell'economia. Vogliamo che si possa rimanere a lavorare e a vivere nelle nostre valli, in particolare nelle testate di valle". 
Citando lo studio di fattibilità del collegamento intervallivo delle Cime Bianche, tra la Val d'Ayas e la Valtournenche, Grosjacques ha ribadito: "Noi, a differenza di quelli che predicano la decrescita felice, vogliamo uno sviluppo armonico delle nostre valli. Vogliamo l'ambiente tutelato, all'interno del quale ci siano anche vita ed economia".      

red.laprimalinea.it

Ti potrebbero interessare anche: