I familiari, gli amici, la comunità di Nus e il mondo dello sci di fondo accompagneranno mercoledì 27 marzo alle ore 10 nella chiesa di Lignan di Saint-Barthélemy (Nus) l'ultimo viaggio del valdostano Sergio Favre, 68 anni, agente del Corpo forestale in pensione e skiman di livello internazionale deceduto venerdì 22 marzo nella sua abitazione.
Sergio lascia la figlia Selena, la moglie Daniela Masini (è con loro in due diversi momenti nelle foto sotto), la sorella Laura e i fratelli Elviro e Carlo (un quinto fratello, Marcello, è mancato diversi anni fa) con le rispettive famiglie.
Nella sua carriera sportiva Sergio Favre ha preparato i più grandi campioni olimpionici e mondiali di sci nordico, rendendosi protagonista con successo in sette olimpiadi invernali e portando ai vertici del successo sportivo mondiale la grande Stefania Belmondo, assistendola in gran parte delle sue vittorie. Una famiglia di grandi sportivi, la sua: Sergio era fratello di Carlo Favre, vincitore di sette medaglie nei Campionati italiani di fondo. Skiman straordinario, generoso, istintivo, è stato tra gli artefici della vittoria di Marco Albarello nel 1994; portò al trionfo Johann Muhlegg e sotto la bandiera elvetica celebrò i successi di Dario Cologna.
Ma Sergio Favre era anche altro, oltre che uno preparatore di sci tra i migliori al mondo: Agente forestale, vigile del fuoco volontario del distaccamento di Nus, membro della Sezione cacciatori della vallata, chi l'ha conosciuto ne conserverà il ricordo di un uomo solare, generoso, disponibile, empatico.
E poi, da oltre dieci anni, era attivo nella produzione delle buonissime e ricercate patate di Verrayes, una qualità riscoperta e coltivata insieme al fratello Carlo e al nipote Edy. La famiglia Favre, come tante in montagna, non viveva tutto l’anno nella stessa casa: gli inverni erano trascorsi a valle, dove c'erano vigneti, frutteti e castagni, mentre in estate si tornava sui monti a seminare i campi a 1.700 metri. L’eco di una solida memoria familiare ha giocato, in Sergio e Carlo, un ruolo chiave. Sportivi fuoriclasse ed entrambi membri del Corpo forestale, la passione per la terra era tornata prepotente dopo la pensione, con la volontà di mantenere viva una tradizione di famiglia. Che certamente continuerà, anche se la mancanza delle braccia, dell'esperienza e del buonumore di Sergio si faranno sentire.