Il sindaco di Arnad, Alexandre Bertolin, interviene pubblicamente - tramite un lungo post su Facebook - sui fatti avvenuti venerdì sera, quando un ladro in fuga è stato inseguito e aggredito da un gruppo di residenti, episodio che ha fatto rapidamente il giro della cronaca regionale e non solo quella.
Bertolin spiega di aver atteso per esprimersi “per valutare con lucidità quanto accaduto e confrontarmi con le autorità competenti”, e apre il suo intervento esprimendo vicinanza alle famiglie colpite dall’ennesima serie di furti sul territorio. Solo ad Arnad, ricorda, si contano ormai oltre trenta abitazioni e attività prese di mira negli ultimi mesi.
“Un furto non rappresenta soltanto una perdita materiale,” scrive il sindaco, “ma compromette il senso di sicurezza, incide sulla serenità familiare e genera un forte sentimento di vulnerabilità”. A questo, aggiunge, si somma la percezione diffusa di un sistema che “fatica a tutelare i cittadini e a garantire pene adeguate”, con norme che troppo spesso si traducono in sanzioni poco incisive “simili a una tirata d’orecchi”.
Bertolin ringrazia le forze dell’ordine per il lavoro svolto “con serietà e professionalità, anche in condizioni di sotto-organico”, ma ammette che la politica deve interrogarsi su risorse e strumenti da mettere a disposizione.
Pur richiamando con fermezza al rispetto della legalità, il sindaco non nega di comprendere l’esasperazione dei cittadini: “Da cittadino prima ancora che da sindaco, comprendo il clima di preoccupazione e timore che molti stanno vivendo”. E riconosce che, nonostante “alcune inevitabili criticità”, l’intervento dei residenti venerdì sera “ha contribuito all’individuazione del responsabile”, evitando che si dileguasse nuovamente.
Uno dei passaggi centrali dell’intervento è dedicato alla narrazione mediatica dell’accaduto. Bertolin contesta la ricostruzione proposta da alcuni organi di stampa, giudicandola “sommaria e con toni eccessivamente enfatici”, e insiste sulla necessità di mantenere un racconto equilibrato e fedele. “Arnad non è un paese incline alla giustizia sommaria — afferma — ma una comunità coesa che sta attraversando un periodo complesso”.
Il sindaco sottolinea inoltre il forte spirito di solidarietà che continua a caratterizzare gli arnadenchi. Riprende le parole di un cittadino, Yannick, secondo cui “i cittadini non devono essere considerati un problema da contenere, ma una risorsa”, e aggiunge che la collaborazione con le autorità resta uno degli strumenti più efficaci contro il fenomeno dei furti.
Bertolin invita tutti a segnalare qualsiasi situazione sospetta alle forze dell’ordine e frena sulle ronde spontanee, che a suo avviso non rappresentano una soluzione sostenibile nel lungo periodo. La strada indicata è invece quella della responsabilità quotidiana, del buon vicinato e della cooperazione con le istituzioni.
Sul piano amministrativo, il Comune assicura che continuerà a investire in sicurezza e a sollecitare nuove risorse. “Siamo al servizio della comunità — conclude il sindaco — e sarò personalmente pronto a difendere e sostenere il nostro paese fin dove sarà necessario, con l’unico obiettivo di tutelare Arnad e la sua gente”.
La chiusura del messaggio richiama Cesare Pavese: “Un paese vuol dire non essere soli”. Un monito, osserva Bertolin, che vale soprattutto nei momenti difficili.




