Il giudice del tribunale di Aosta Davide Paladino ha convalidato l’arresto di Zef Lleshaj, 41 anni, albanese, fermato (ma sarebbe forse meglio dire 'salvato' da guai peggiori) nella notte tra venerdì e sabato dai carabinieri del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Châtillon–Saint-Vincent dopo che aveva commesso un furto in abitazione ad Arnad. Lleshaj resta in carcere: sarà trasferito in cella non appena verrà dimesso dall’ospedale dove è tuttora ricoverato per le lesioni riportate durante l’aggressione subita da parte di alcuni residenti. L’uomo si è avvalso della facoltà di non rispondere in merito alle accuse; il processo per direttissima è stato fissato per il 19 dicembre.
Secondo la prima ricostruzione dei carabinieri, Lleshaj avrebbe agito insieme a un complice, poi riuscito a fuggire, introducendosi in un’abitazione in località Sisan. Quando i militari sono arrivati sul posto, hanno trovato una situazione già degenerata: un gruppo di abitanti della zona, una cinquantina, alcuni armati di bastoni e oggetti contundenti, stava tentando di farsi giustizia da sé. I carabinieri sono intervenuti per evitare il linciaggio e Lleshaj, che aveva cercato di scappare nascondendosi lungo il greto di un torrente, è stato colpito – secondo quanto ricostruito – forse anche con un piccone, riportando ferite al bacino e al ventre giudicate guaribili in 30 giorni. È in corso l’identificazione dei tre cittadini che avrebbero partecipato all’aggressione.
Addosso all’uomo è stata trovata la refurtiva, per un valore stimato in 5 mila euro. Incensurato, Lleshaj ha raccontato al giudice di essere stato cuoco in Albania e di aver accettato di compiere furti in Italia; spinto dalla mancanza di lavoro e dalla necessità di mantenere la famiglia avrebbe detto di essere stato reclutato da alcuni connazionali. Le indagini proseguono anche per individuare il complice fuggito e per accertare le responsabilità degli aggressori.




