Cronaca - 02 dicembre 2025, 16:10

Maxi inchiesta al Casino de la Vallée: tutti gli indagati e le accuse

Venticinque persone e otto aziende sotto accusa. L’ordinanza svela la presunta rete tra imprenditori, prestanome e funzionari della Casa da gioco

Maxi inchiesta al Casino de la Vallée: tutti gli indagati e le accuse

L’inchiesta che LaPrimaLinea.it ha anticipato questa mattina trova ora ulteriore conferma nei dettagli contenuti nell’ordinanza del Gip del tribunale di Aosta Davide Paladino, venti pagine fitte che ricostruiscono quella che gli inquirenti definiscono una complessa architettura di evasione fiscale, fatture false, riciclaggio e presunte corruzioni legate al Casinò di Saint-Vincent, con un 'cast' di 25 persone e otto aziende indagati.

Nel provvedimento dell'inchiesta coordinata dal tenente colonnello Luca Bonatesta, comandante del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Aosta, emerge una rete che la Procura ritiene organizzata intorno alle società 'Rigenèra Italia srl', 'Metalfèr srl' e 'Ital Fibre srl', tutte ritenute 'strumentali' al presunto meccanismo di emissione di fatture per operazioni inesistenti e successivo reimpiego del denaro.

Secondo l’ordinanza, gli imprenditori piemontesi Mariano Rossi, Riccardo Castagna ed Eligio Boscaro; i funzionari del Casino de la Vallée Cristiano Sblendorio (responsabile attività commerciali e gestione clienti e VIP) e Augusto Chasseur Vaser (responsabile cassa assegni e  cassa giochi lavorati) e i 'porteur' di clienti Antonio Fiocca, Pietro Circosta e Francesco Galatini avrebbero avuto un ruolo centrale nel presunto sistema, con una serie di figure considerate satellite, incaricate di movimentare fondi, emettere fatture o fare da collegamento con circuiti esterni di movimento di denaro.

La ricostruzione giudiziaria è composta di diversi elementi contestati a ciascun indagato, tra cui riciclaggio, false fatturazione e anche ipotesi di corruzione propria di funzionario pubblico, legate queste all’accesso privilegiato ai tavoli da gioco e al trasferimento di denaro in fiches o contante, tanto da configurare l'ulteriore e grave accusa di associazione per delinquere.

Di seguito, tutti i nomi degli indagati così come riportati nell’ordinanza:

Massimo Martini, 59 anni, residente in Località Pratobianco a Priero (CN);
Mariano Rossi, 57 anni, residente a San Mauro Torinese (TO);
Tiziana Andries, 63 anni, residente a Buttigliera Alta (TO);
Andrea Trovato, 40 anni, residente a Gassino Torinese (TO);
Gianmirko Cherenti, 46 anni, residente a Moncalieri (TO);
Cristiano Sblendorio, 59 anni, residente ad Aosta;
Augusto Chasseur Vaser, 51 anni, residente ad Arnad;
Antonio Fiocca, 50 anni, residente a Peschici (FG);
Pietro Circosta, 53 anni, residente a Locri (RC);
Melania Marocco, 41 anni, residente a Torino;
Valter Halilovic, 47 anni residente a Torino;
Francesca Castagna, 49 anni residente a Torino;
Riccardo Castagna, 55 anni, residente a Moncalieri 
Davide Boscaro, 51 anni residente a Moncalieri;
Ben Haj Rhouma Hichem, 55 anni, residente a Cameri (NO);
Eligio Boscaro, 79 anni, residente a Vinovo (TO);
Angelo Calcagno, 70 anni,;
Giovanni Dell’Anna, 67 anni, residente a Surbo (LE)
Franco Orticelli, 58 anni, residente a Fondi (LT);
Gerard Alfred André Labouriaux, 75 anni, residente a Ginevra (Svizzera);
Francesco Galantini, 55 anni, residente ad Arezzo;
Caterina Morgia, 30 anni, residente a Genova;
Aldo Spinelli, 85 anni, residente a Genova;
Gioacchino Bongiovanni,  61 anni, residente a Palermo;
Alessandro De Vincentis, 43 anni, residente a Monopoli (BA)

Tra questi, assumono un rilievo particolare i nomi del funzionario Sblendorio e del dipendente Chasseur, entrambi destinatari di contestazioni riguardanti presunte utilità illegittime offerte o ricevute nell’ambito della Casa da gioco: accessi ai tavoli VIP, agevolazioni di fatto, e – secondo l’accusa più grave – trasferimento di somme di provenienza sospetta sotto forma di fiches agli altri indagati, in cambio di somme di denaro.

L’ordinanza descrive anche il presunto meccanismo delle fatture: centinaia di documenti fiscali che secondo gli inquirenti non avrebbero alcuna corrispondenza con prestazioni reali, generando un maxi-credito Iva e un’evasione stimata in centinaia di migliaia di euro. Le società riconducibili agli indagati avrebbero poi, sempre secondo l’accusa, riversato parte del denaro nei circuiti del Casinò, trasformandolo in fiches o contante attraverso un complesso giro di cambi e conversioni.

La Procura contesta a vario titolo reati fiscali (art. 79 del D.Lgs. 173/2024), riciclaggio e autoriciclaggio (artt. 648 bis e ter c.p.), corruzione (artt. 318 e 319 c.p.), appropriazione indebita, associazione per delinquere (art. 416 c.p.), oltre alle responsabilità ex D.Lgs. 231/2001 per le società coinvolte.

pa.ga.

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