Economia - 24 novembre 2025, 13:45

Cittadinanzattiva: in Italia la Tari cresce ma in Valle d’Aosta 'scende' a 334 euro

Il Rapporto 2025 dell'associazione che si batte per i diritti della comunità evidenzia forti le differenze territoriali

Cittadinanzattiva: in Italia la Tari cresce ma in Valle d’Aosta 'scende' a 334 euro

Tranne che in alcune regioni, tra cui la Valle (dove però sensibili aumenti erano stati registrati lo scorso anno), nel 2025 la spesa media per la gestione dei rifiuti urbani sale in Italia a 340 euro a famiglia, con un incremento del 3,3% rispetto all’anno precedente. È quanto emerge dal Rapporto 2025 dell’Osservatorio Prezzi e Tariffe di Cittadinanzattiva (presieduta in Valle da Mariagrazia Vacchina), che conferma un quadro nazionale in chiaroscuro: da un lato l’aumento generalizzato delle tariffe (in 95 capoluoghi su 110), dall’altro un miglioramento continuo della raccolta differenziata, che nel 2023 raggiunge il 66,6% dei rifiuti prodotti.

 

Nord più virtuoso, Sud ancora in affanno

Il divario territoriale resta marcato.

- Nord: spesa media 290 euro, differenziata al 73%.

- Centro: 364 euro, differenziata al 62%.

- Sud: 385 euro, differenziata ferma al 59%.

Le regioni più economiche sono Trentino-Alto Adige (224 €), Lombardia (262 €) e Veneto (290 €), tutte con livelli di differenziata nettamente superiori alla media nazionale. All’opposto, le più costose sono Puglia (445 €), Campania (418 €) e Sicilia (402 €).

La disparità si riflette anche sui capoluoghi: Catania è il più caro d’Italia con 602 euro annui, mentre il più economico è Cremona (196 euro).

Le regioni: dove le tariffe aumentano e dove diminuiscono

L’incremento dei costi è generalizzato, ad eccezione di Molise, Valle d’Aosta e Sardegna, che registrano una lieve riduzione o stabilità.

Spiccano i casi:

 - Toscana: +6,5% (397 €)

- Trentino-Alto Adige: +10,8% (224 €), ma resta la regione più economica

- Valle d’Aosta: –8,4% (334 €), una delle poche realtà con tariffe in calo

- Marche: +5,5% (279 €)

- Veneto: +5,4% (290 €)

Sul fronte differenziata, i risultati migliori si registrano in Veneto (77,7%), Emilia-Romagna (77,1%), Sardegna (76,3%), Trentino-Alto Adige (75,3%) e Lombardia (73,9%): tutte regioni che mantengono anche tariffe inferiori alla media nazionale.

La richiesta di Cittadinanzattiva: “Trasparenza, TARIP e partecipazione dei cittadini”

Secondo Cittadinanzattiva, il nodo non è solo economico ma culturale e strutturale. L’organizzazione richiama i dati ARERA 2024: solo il 57% degli italiani ritiene adeguato il servizio rispetto al prezzo pagato.

Per migliorare la qualità del servizio e rafforzare la fiducia dei cittadini, la responsabile politiche dei consumatori Tiziana Toto indica quattro priorità:

  1. Ridurre le disuguaglianze territoriali, con particolare attenzione al Mezzogiorno.

  2. Promuovere la partecipazione civica, includendo gli osservatori cittadini nella governance dei servizi.

  3. Rendere strutturale la tariffazione puntuale (TARIP), premiando famiglie e Comuni virtuosi.

  4. Aumentare la trasparenza, attraverso il Portale TARI e la rendicontazione dei costi e dei risultati ambientali.

Un passaggio chiave riguarda proprio la TARIP, il sistema che commisura la tariffa alla quantità di rifiuto indifferenziato effettivamente prodotta: dove attiva, la raccolta differenziata cresce e i costi tendono a stabilizzarsi.

I capoluoghi più costosi: sette su dieci al Sud

La classifica 2025 conferma la sofferenza del Mezzogiorno, che occupa sette dei primi dieci posti per costo della TARI. In cima Catania (602 €), seguita da Pisa (557 €), Genova (509 €) e Napoli (496 €). Presenti anche Andria, Reggio Calabria, Brindisi, Pistoia e Barletta.

pa.ga.

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