Cultura - 24 novembre 2025, 20:45

Riparte da 'Coralli' l'astrazione simbolica di Norella Crestani

Riparte da 'Coralli' l'astrazione simbolica di Norella Crestani

Con l’ingresso dell’opera 'Coralli' nel volume 'Lo stato dell’arte ai tempi della 60esima Biennale di Venezia', curato dal critico e storico dell’arte Giorgio Gregorio Grasso, l’artista aostana Norella Crestani consolida un percorso che da anni la porta oltre i confini regionali, pur restando profondamente radicato nella Valle d’Aosta.

Dall’incontro con Italo Mus alla svolta astratta

Nata ad Aosta, classe 1967, Crestani inizia a dipingere da giovanissima, formandosi in parte sotto la guida del maestro Giovanni Gianasso. Fin dall’inizio il suo sguardo si posa sui paesaggi e sui mestieri tradizionali della Valle, filtrati attraverso la lezione di Italo Mus, di cui rielabora alcune opere in chiave personale.

Un percorso che lei stessa sintetizza, nella scheda personale per la Fiera di Sant’Orso, come un passaggio dai paesaggi figurativi ispirati al mondo contadino e ai 'mestieri antichi', verso un astrattismo guidato dal proprio istinto, in cui sperimenta “nuove forme visive” pensate per sollecitare l’immaginazione di chi osserva.

Una pittura tra mondo agropastorale e visione subconscia

Negli ultimi anni la critica locale ha descritto il lavoro di Crestani come una sorta di 'astratta tradizione': una pittura che parte dalla memoria agropastorale valdostana per trasformarla in trame cromatiche fitte, simboliche, quasi oniriche. 

I testi critici pubblicati in occasione delle personali alla galleria Arte e Cornici (2013, 2016) e alla Galleria Finaosta (2017, 2019), sottolineano proprio questo doppio movimento: da un lato la rivisitazione originale del mondo rurale e di alcune icone di Italo Mus; dall’altro una progressiva immersione nell’astrazione, dove il colore diventa struttura e racconto, e la natura – albe, tramonti, stagioni – si trasfigura in 'mondi fantastici'.

'Coralli' insiste sugli stessi elementi: l’opera è letta come esempio di un linguaggio in cui la simbologia è centrale, e in cui la trama cromatica non si limita all’effetto estetico ma prova a tradurre sensazioni, paure, speranze di un presente incerto.

Mostre, fiere, cataloghi: un percorso che parte da Aosta e guarda fuori

Il curriculum espositivo di Norella Crestani affonda le radici in Valle ma dialoga da tempo con un circuito più ampio. Nel 2007 tiene una personale alla Galleria Gagliardi di Aosta, mentre nel 2009 espone alla Torre dei Signori di Sancti Ursi, ancora ad Aosta, con una mostra inserita nel circuito nazionale segnalato da Exibart.

Negli anni successivi il suo nome ricorre stabilmente nelle gallerie aostane: da 'Arte e Cornici' in via Sant’Anselmo espone più volte – anche in dialogo con la fotografia di Erick Gianfilippo nella mostra Tra pittura e fotografia – portando le sue ricerche astratte più recenti; la Galleria Finaosta in via Festaz le dedica diverse personali, mettendo in luce l’evoluzione del suo 'astrattismo simbolico' e confermandola tra le voci riconoscibili della pittura contemporanea valdostana.

In parallelo, Crestani mantiene un forte legame con l’artigianato d’arte locale attraverso la Fiera di Sant’Orso, dove si presenta con opere che coniugano sperimentazione pittorica e memorie del territorio. 

Il riconoscimento più recente è l’inclusione di 'Coralli' (acrilico su tela, 30x30, 2019) nel catalogo 'Lo stato dell’arte ai tempi della 60esima Biennale di Venezia' (nella foto sopra, l'artista aostana mostra l'opera pubblicata nel volume) pubblicazione che raccoglie artisti presentati ai media da Giorgio Gregorio Grasso e che mira a raccontare un’arte capace di tenere insieme emozione estetica e contenuto.

'Coralli' e il presente dell’astrazione valdostana

In Coralli, le trame fitte e sovrapposte, il movimento interno del colore e la struttura quasi organica della superficie sembrano tenere insieme molte delle direzioni che hanno segnato la sua ricerca: la memoria della natura (il mare, ma anche le rocce e i boschi di montagna), l’eco del mondo agropastorale, la tensione verso un immaginario subconscio che non rinuncia però alla leggibilità emotiva. 

A quasi vent’anni dalle prime personali segnalate fuori Valle, e dopo una lunga serie di mostre tra gallerie, fiere e spazi istituzionali, Norella Crestani si conferma così come una delle voci più riconoscibili dell’astrattismo valdostano: un’arte che parte da Aosta, parla la lingua della tradizione, ma sceglie l’astrazione e il simbolo per interrogare il presente.

red.laprimalinea.it

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