Un nuovo rapporto basato sul Municipal Administration Quality Index (MaQI) evidenzia un dato scomodo per Aosta: il capoluogo valdostano risulta ultimo in Italia per quanto riguarda la qualità dei suoi amministratori politici.
L’indice MaQI, sviluppato da ricercatori della Sapienza di Roma, del Gran Sasso Science Institute e dell’ISTAT, misura la “qualità dell’amministrazione comunale” su un universo vastissimo di enti locali (7.725 comuni), considerando 11 indicatori in tre dimensioni principali: capacità amministrativa, qualità della classe politica e performance economico-finanziaria.
Secondo l’analisi, Aosta o meglio la Valle d'Aosta (Aosta non è provincia e il dato va letto esteso a livello regionale) primeggia per burocrazia virtuosa, avendo il più basso tasso di assenteismo tra i dipendenti comunali, ma al tempo stesso sconta un rendimento negativo sul secondo pilastro, ovvero la 'qualità politica': i suoi amministratori — sindaco, assessori, presidente del consiglio comunale — emergono come i meno istruiti tra tutti i capoluoghi italiani, con una media di circa 13 anni di istruzione rispetto a una media nazionale di circa 15,9 anni.
Secondo il report, Aosta si colloca al 112esimo posto su 112 comuni capoluogo per la qualità dei suoi rappresentanti politici. Questo dato è tanto più rilevante se considerato insieme agli altri indicatori finanziari e gestionali analizzati: l’indice integra anche la sostenibilità di bilancio, l’efficacia di spesa e la capacità di riscossione delle entrate pubbliche.
La metodologia utilizzata è trasparente: i dati provengono da fonti ufficiali, raccolti annualmente da enti certificati e storicizzati a partire dal 2001, garantendo una visione pluriennale delle performance locali.
La Valle appare dunque efficiente sul fronte dell’amministrazione tecnica, ma dall’altro il giudizio sul suo organo politico è durissimo: competenza, formazione e trasparenza emergono come punti deboli sotto il profilo della leadership.
Alcuni osservatori interpretano 'a caldo' questo risultato come un campanello d’allarme: un’amministrazione locale con scarsa preparazione politica rischia di essere meno capace di delineare visioni strategiche, di innovare o di gestire con lungimiranza le risorse. Inoltre, il dato potrebbe riflettere una classe dirigente poco aggiornata, con scarsa rotazione e scarso apporto di profili giovani o professionisti.
C’è però chi invita alla cautela: misurare la 'qualità politica' con indicatori quantitativi (anni di istruzione, tipo di professione, genere) non cattura necessariamente la capacità di visione, la moralità o la capacità di rappresentare i cittadini. Dunque, se da un lato il MaQI fornisce un dato oggettivo molto forte, dall’altro non sempre traduce completamente la realtà politica locale.




