Cronaca - 07 novembre 2025, 20:40

Inchiesta Intramoenia Usl VdA; per la Corte dei conti 'tre anni di disavanzi'

Inchiesta Intramoenia Usl VdA; per la Corte dei conti 'tre anni di disavanzi'

Una gestione "gravemente omissiva", fatta di tariffe mai aggiornate e organi di controllo rimasti fermi mentre la contabilità dell’Attività libero professionale intramuraria-Alpi, la cosiddetta Intramoenia, accumulava disavanzi per tre anni consecutivi. È il cuore dell’invito a dedurre notificato dalla Guardia di Finanza, su delega del procuratore regionale della Corte dei conti, Quirino Lorelli, a 25 tra dirigenti, direttori, medici e membri del collegio sindacale e del nucleo di monitoraggio Alpi della Usl Valle d’Aosta. Nel lungo elenco figurano anche l’attuale direttore generale Massimo Uberti, il suo predecessore Angelo Pescarmona e l’ex assessore regionale alla Sanità Roberto Barmasse, in qualità di componente del nucleo di monitoraggio.

Il cuore della contestazione: tariffe ferme e divieto di disavanzo violato

Per la Procura contabile, l’oggetto dell’addebito è netto:
il mancato adeguamento delle tariffe ALPI nel triennio 2019–2021, in violazione del divieto normativo di chiudere la contabilità separata in disavanzo.

Nelle motivazioni, la Corte ricostruisce che: le tariffe per le prestazioni intramoenia sono rimaste invariate per anni, nonostante l’aumento dei costi diretti e indiretti; nessuna procedura di revisione tariffaria è stata avviata fino al 2021; l’obbligo normativo era invece quello di garantire l’integrale copertura dei costi e, in caso contrario, intervenire con adeguamenti o sospensioni del servizio. Questa inerzia avrebbe prodotto un danno erariale pari ai disavanzi Alpi riversati poi sul bilancio aziendale e, infine, su quello della Regione.

 

Quanto è costato il mancato intervento

La Procura quantifica così il danno:

Anno

Disavanzo

2019

498.226,81 euro

2020

882.558,00 euro

2021

32.414,50 euro

Totale: 1.413.199,31 euro, oltre interessi e rivalutazione.

Le omissioni contestate agli organi interni

Direttori generali e direttori amministrativi

Secondo la Corte, il management Usl è responsabile in primo luogo perché approvava i bilanci conoscendo il disavanzo Alpi; non attivava la revisione obbligatoria dei budget; non adeguava le tariffe, nonostante il chiaro obbligo di legge. La Procura parla apertamente di “gravissima colpa omissiva”, fino a sfiorare il dolo eventuale per il direttore generale, poiché la situazione di disavanzo era nota e ripetuta.

Collegio sindacale

I componenti, sia del triennio 2017–2020 sia di quello 2021–2024, avrebberoo omesso di verificare l’equilibrio della contabilità Alpi, esprimendo invece pareri “generici” sui bilanci, poi approvati dalla Giunta regionale; avrebbero anche mancato di attivare qualsiasi rilievo o segnalazione specifici

Le norme regionali richiedevano invece controlli stringenti, compresi monitoraggi periodici e segnalazioni immediate in caso di irregolarità.

Dirigente del Bilancio e Controllo di gestione

Contestata la mancata attivazione del procedimento di revisione delle tariffe, nonostante l’assenza strutturale di equilibrio nella contabilità separata

Nucleo di monitoraggio Alpi

Qui la Procura è particolarmente severa: nel 2020 il nucleo non si è mai riunito; nel 2021 stessa situazione; Nel 2019 si è riunito solo una volta (minimo previsto: due) e senza affrontare la revisione tariffari; nel 2018 e 2019 le tariffe non erano nemmeno all’ordine del giorno. La giustificazione fornita ("blocco per Covid") viene definita dalla Procura “al limite del risibile”, vista la piena operatività degli organi collegiali in modalità telematica durante l’emergenza.

Chi paga cosa: la ripartizione delle responsabilità

Nel capo finale, la Procura divide il danno pro quota, proporzionalmente al tempo in carica:

 - 40% direttori generali e commissari

 - 15% direttori amministrativi

 - 15% dirigente Programmazione–Bilancio

 - 15% collegio sindacale 

 15% nucleo di monitoraggio ALPIinvito intramuraria_REV 4.11.20…

Gli invitati a dedurre hanno 45 giorni per depositare memorie difensive, chiedere l’audizione personale, produrre documenti a discolpa.

L’invito a dedurre vale anche come costituzione in mora: in caso di giudizio, la Procura chiederà il risarcimento integrale del danno.

pa.ga.

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