La 'zona rossa' anticrimine alla stazione ferroviaria di Ivrea e nelle aree circostanti avviata mesi fa non va in archivio, anzi. Il prefetto di Torino, Donato Cafagna, ha prorogato fino al 31 gennaio 2026 il provvedimento che limita l’accesso all’area della stazione e del Movicentro, confermando la linea del pugno duro già adottata lo scorso maggio e il fatto che il problema della sicurezza in città non è affatto risolto, e anzi continua a creare disagi quotidiani per centinaia di pendolari, in particolare per quelli provenienti dalla Valle d’Aosta, costretti a servirsi dei bus sostitutivi della linea ferroviaria Ivrea–Aosta.
Proprio davanti alla stazione, dove fanno capolinea i mezzi sostitutivi, ogni giorno transitano lavoratori, studenti e turisti diretti o provenienti dalla Valle. L’area, però, resta una delle più delicate e problematiche del territorio: molestie, spaccio e vandalismi sono fenomeni ancora frequenti e la sovrapposizione tra l’utenza del trasporto pubblico e la presenza di persone note alle forze dell’ordine rende sempre più difficili i controlli, perchè la concentrazione di passeggeri e soggetti marginali rende difficile distinguere chi viaggia da chi approfitta dell’area per attività illecite.
Il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, riunito in Prefettura con i vertici di polizia, carabinieri, Guardia di finanza e rappresentanti del Comune, ha deciso la proroga del Divieto di accesso urbano-Dacur, dopo aver rilevato un lieve miglioramento rispetto al periodo più 'teso', ma anche la necessità di mantenere alta la vigilanza.
Nei primi sei mesi di applicazione del Dacur sono state controllate 3.583 persone e emessi 57 ordini di allontanamento, di cui 21 per droga, 10 per reati contro la persona e 19 per reati contro il patrimonio.
Le forze dell’ordine, pur presenti in modo costante, si trovano di fronte a un compito complicato: garantire sicurezza in una zona che è insieme snodo dei collegamenti valdostani e punto critico per il degrado urbano. La concentrazione di passeggeri e soggetti marginali rende difficile distinguere chi viaggia da chi approfitta dell’area per attività illecite.
I commercianti della zona, sostenuti da una petizione con oltre duemila firme, denunciano che – al di là dei controlli straordinari – poco è cambiato nella quotidianità: scarsa illuminazione, arredi urbani degradati e mancanza di vigilanza serale. “Senza un presidio stabile e più agenti in strada, l’effetto deterrente non basta”, commentano.
Il Comune di Ivrea ha annunciato un primo investimento di circa 50 mila euro per nuove telecamere di videosorveglianza, ma i cittadini chiedono interventi strutturali e un piano di riqualificazione vero, capace di accompagnare l’azione repressiva con quella preventiva.




