Un anno di ricerche, sopralluoghi e iniziative culturali per portare alla luce e valorizzare i tesori nascosti delle Alpi. I partner del progetto Interreg VI-A Italia-Svizzera 2021-2027 MAIA – “Meraviglie archeologiche invisibili delle Alpi” tracciano un primo bilancio delle attività condotte nel corso del 2024, tra indagini scientifiche, formazione e divulgazione.
Promosso dall’assessorato regionale dei Beni e attività culturali, Sistema educativo e Politiche per le relazioni intergenerazionali (capofila per la parte italiana) e dall’Office cantonal d’archéologie du Valais (capofila per la parte svizzera), il progetto coinvolge anche l’Office Régional du Tourisme, la Fondazione Maria Ida Viglino per la cultura musicale, l’Association RAMHA (Recherches autour du Mur d’Hannibal) e l’Università di Losanna.
L’obiettivo è ambizioso: studiare, valorizzare e promuovere il patrimonio archeologico d’alta quota dell’arco alpino, trasformandolo in una risorsa condivisa di conoscenza e turismo culturale.
Il progetto è stato ufficialmente lanciato lo scorso 1 aprile al MEGΑ Museo di Aosta, con un evento che ha riunito studiosi, istituzioni e operatori culturali. L’appuntamento ha rappresentato il primo confronto scientifico sui siti archeologici alpini e ha tracciato le linee di ricerca per i prossimi tre anni.
Da allora, i partner valdostani e svizzeri hanno condotto sopralluoghi e prospezioni congiunte, collaborando strettamente nella documentazione dei siti e nella formazione dei giovani archeologi.
Sul versante valdostano, l’attività si è concentrata su tre siti d’alta quota già in parte indagati ma mai completamente documentati:
- Tour de Tignet a La Salle (2450 m),
- Col Pierrey a Nus (2620 m),
- Col de Barasson a Saint-Rhémy-en-Bosses (2630 m).
Proprio al Col de Barasson, il personale della Soprintendenza ha coinvolto studenti svizzeri in un’esperienza formativa sul campo, dedicata alle ricerche archeologiche in ambiente montano.
Alla Tour de Tignet, invece, sono stati rinvenuti reperti di epoca romana di grande interesse, che saranno restaurati e studiati nei prossimi mesi.
Sul fronte elvetico, gli archeologi del Vallese hanno approfondito otto siti d’alta quota, tra cui Mont Carré, Ginalshorn, Fenêtre de Durand e Col d’Annibal, proseguendo un lavoro di documentazione e formazione che coinvolge giovani ricercatori di entrambe le nazioni.
Parallelamente alle indagini, il progetto MAIA ha avviato una serie di eventi artistici e culturali per avvicinare il grande pubblico al patrimonio archeologico alpino. Reading, performance teatrali e concerti hanno animato alcuni dei luoghi simbolici del progetto, mentre una “fiaba nel bosco” ideata appositamente per MAIA ha incantato i più piccoli in diverse località valdostane.
Il progetto ha inoltre partecipato alle celebrazioni per i 2050 anni della città di Aosta, con laboratori musicali, attività didattiche e un concerto finale nell’ambito della rievocazione “Veni, vidi, Augusta”.
Tutte le attività e le curiosità legate al progetto MAIA saranno raccontate in forma di storytelling multimediale sul sito ufficiale www.themaiaproject.net<svg class="block h-[0.75em] w-[0.75em] stroke-current stroke-[0.75]" xmlns="http://www.w3.org/2000/svg" fill="currentColor" viewbox="[object SVGAnimatedRect]" height="[object SVGAnimatedLength]" width="[object SVGAnimatedLength]"><path d="M14.3349 13.3301V6.60645L5.47065 15.4707C5.21095 15.7304 4.78895 15.7304 4.52925 15.4707C4.26955 15.211 4.26955 14.789 4.52925 14.5293L13.3935 5.66504H6.66011C6.29284 5.66504 5.99507 5.36727 5.99507 5C5.99507 4.63273 6.29284 4.33496 6.66011 4.33496H14.9999L15.1337 4.34863C15.4369 4.41057 15.665 4.67857 15.665 5V13.3301C15.6649 13.6973 15.3672 13.9951 14.9999 13.9951C14.6327 13.9951 14.335 13.6973 14.3349 13.3301Z"></path></svg> e sui canali social dedicati, con uno sguardo originale che unisce la ricerca scientifica al racconto del territorio.




