Sono attesi a giorni gli esiti dell'udienza svoltasi mercoledì 15 ottobre, davanti al Tribunale del Riesame di Torino, sul ricorso presentato dal pm della procura di Aosta Giovanni Roteglia contro la decisione del gip Davide Paladino, che il 3 luglio scorso aveva respinto la richiesta di misure cautelari per sette dei nove indagati in una complessa inchiesta penale sui lavori di manutenzione e adeguamento della galleria di Entrèves, presso il Traforo del Monte Bianco (per un importo affidato dalla pubblica amministrazione di poco più di 244 mila euro) e altri appalti minori (della quale Laprimalinea.it aveva già dato parzialmente notizia), nonché su una serie di presunte 'pressioni' e trattative per ottenere privilegi illeciti. Le indagini dei carabinieri del Nucleo operativo di Aosta si sono sviluppate tra la fine del 2024 e i primi mesi di quest'anno.
Gli indagati per i quali erano state chieste misure cautelari sono Oreste Pizzetti, 47 anni, crotonese residente a Milano, responsabile unico del procedimento-Rup per la Società Italiana Traforo Monte Bianco-Sitmb di un appalto per la ristrutturazione della galleria di Entreves. difeso dal legale aostano Ascanio Donadio; gli impresari edili/stradali Pasquale (nato a Belvedere Marittimo e residente a Courmayeur, 54 anni); Rosario (Belvedere M., 53 anni) e Nicola Liporace (Courmayeur, 25 anni) difesi dall'avvocato Stefano Priolo; Bruno (50 anni, di Caserta) e Antonella Bortone (37 anni, Caserta), amministratori dell'impresa NG Strade srl; Massimiliano Opramolla (56 anni, di Sesto San Giovanni), socio della Techne spa; assistito dall'avvocato Riccardo Bonetti di Bergamo. Le accuse, a vario titolo, vanno dalla corruzione al subappalto illecito, dalla frode fiscale al riciclaggio e all’omissione di atti d’ufficio.
Tra le diverse accuse - secondo i carabinieri del Nucleo investigativo di Aosta e la Procura - Pizzetti avrebbe agevolato un subappalto non autorizzato da 168 mila euro, affidato dalla NG Strade srl a Pasquale Liporace, pur conoscendone le pregresse condanne e le irregolarità contributive. In cambio avrebbe ricevuto un’utilità non economica ma di tipo relazionale: l’organizzazione, tramite Rosario Liporace, di incontri con Ernesto Magorno, ex membro del Copasir , già senatore e sindaco di Diamante (Cs), e con la presidente di Sitmb, Emily Rini.
Dalle carte emerge che Pizzetti avrebbe cercato, attraverso quei contatti, di ottenere un trasferimento di sede a lui più congeniale e un incarico dirigenziale più favorevole - anche sul piano economico - presso Autostrade per l’Italia (in particolare nel Secondo Tronco Milano) o nella stessa Sitmb. In cambio, avrebbe promesso di “interessarsi” per un eventuale futuro inserimento della stessa Rini in Sitmb una volta scaduto il suo mandato alla presidenza.
Le intercettazioni allegate al fascicolo mostrano poi colloqui tra Pizzetti e Opramolla in cui si descrivono aperture di procedure di gara “su misura” per far vincere, inviti a "stare fermi" e a non parlare al telefono (cosa che però i due indagati spesso fanno) in attesa dei passaggi amministrativi e la promessa di un’offerta economica e contrattuale finalizzata all’assunzione di Pizzetti in azienda privata (si fa esplicito riferimento a cifre di "5.000 euro netti al mese" come ingaggio iniziale, e fino a 120–150 mila annui come prospettiva), oltre a scambi di messaggi e l’invio di atti interni. Scrive il pm che per accelerare l’affidamento dei lavori di manutenzione della piazzola di sosta per mezzi pesanti del Traforo del Monte Bianco, per un importo di 125.886 euro, Oreste Pizzetti avrebbe agito in violazione dei propri doveri d’ufficio, affidando direttamente i lavori alla società Techne Spa e accettando la promessa di denaro o altre utilità da parte di Massimiliano Opramolla, socio dell’azienda beneficiaria. Quanto ai Liporace, sussiste anche l'accusa di aver emesso falsa fatturazione per 78.000 euro con la società 2L srl di Nicola Liporace su operazioni inesistenti ("noleggio mezzi) allo scopo di mascherarne la reale provenienza ovvero l'accordo di subappalto tra NG Strade srl e l'impresa di Pasquale Liporace, ritenuto illecito dagli inquirenti.
Il gip Paladino in sede di udienza predibattimentale per decidere sulle misure cautelari aveva però definito "embrionale", "larvale" il patto corruttivo tra il Rup e il socio di Techne e aveva ritenuto “non sufficientemente gravi” gli indizi in relazione agli incontri di Pizzetti con Rini, sottolineando che “la circostanza non può essere esclusa" ma "non è dato comprendere quando e dove essi siano avvenuti, né se si sia effettivamente parlato di trasferimenti e altri incarichi”. Diversa la valutazione per l’incontro con Magorno, che secondo l’ordinanza del gip “ebbe certamente luogo l’8 febbraio 2025 a Diamante (Cs)”. Lo stesso Magorno in sede di interrogatorio confermò di essere stato interpellato da Pizzetti per un "aiuto" finalizzato a una promozione all’interno del Traforo. Nelle stesse pagine si segnala la presenza, nell’orbita relazionale che ruota attorno a Liporace e Magorno, di un "amico e massone con grado di ‘Maestro’ o ‘Venerabile’", circostanza che il pm ritiene rilevante ai fini dell’intreccio di relazioni e dell’accesso ai circuiti di influenza. Però, scrive ancora il gip nell'ordinanza di rigetto delle misure, "Liporace ha ammesso che, su richiesta del Pizzetti, che era particolarmente pressante, egli aveva messo in contatto quest'ultimo e l'esponente politico calabrese tramite il proprio fratello, Liporace Rosario, che vive in Calabria, e l'incontro aveva avuto luogo, ma di aver precisato all'interlocutore (Pizzetti ndr) che dall'incontro non ne avrebbe ricavato nulla perché sarebbe noto che Magorno non fa favori".
Il pm Roteglia, nel ricorso discusso a Torino, contesta la decisione del gip di negare le misure, sostenendo che le intercettazioni e i riscontri delineano un sistema stabile di scambi di favori e omissioni legati alla gestione degli appalti Sitmb, con al centro il Rup Pizzetti e le imprese a lui illecitamente collegate, oltre al fatto che la stessa Emily Rini, interrogata, avrebbe ammesso che Pizzetti le avrebbe proposto il proprio impegno ad aiutarla a trovare "un posto" in Sitmb venuto meno l'incarico di vertice e, nell'attesa, a procurarle una vettura di servizio "migliore" di quella in uso, eventualità da lei rifiutata. La presidente del Traforo, rileva il pm, non ha però detto di ricordare le richieste a sua volta formulate da Pizzetti, emerse invece in un'intercettazione tra il Rup di Sitmb e la moglie.
Il Riesame torinese dovrà ora stabilire se confermare la linea del gip di Aosta o accogliere il ricorso della Procura.
Nel maggio del 2012, l'impresa 'Calcestruzzi Monte Bianco' di Pasquale Liporace aveva subìto danni rilevanti dall'enorme frana caduta dal Mont Chétif ed Entrèves: quattro camion della ditta erano andati completamente distrutti; tutti i lavori in esecuzione erano stati interrotti e i Liporace avevano dovuto anche ripristinare, nell'urgenza a loro spese, le protezioni che avevano allestito e che erano state 'strappate' dalla frana. Danni ingenti sofferti per anni dall'impresa, che avevano comportato contenziosi e debiti con l'erario.
La Sitmb ha sospeso Oreste Pizzetti dal servizio il 27 maggio scorso, revocandogli tutti gli incarichi di Rup. Emily Rini e i vertici Sitmb hanno annunciato la costituzione di parte civile quali parti offese nel procedimento.