Cronaca - 30 settembre 2025, 06:40

'Armamento della Polizia Locale non è scelta politica ma dovere giuridico'

'Armamento della Polizia Locale non è scelta politica ma dovere giuridico'

Nuovo capitolo nella vicenda sull’armamento della Polizia Locale di Courmayeur. Con una lettera datata 29 settembre, l’Associazione Professionale Polizia Locale d’Italia-ANVU interviene con toni duri sul parere espresso dagli uffici della Prefettura della Valle d’Aosta nella nota del 6 agosto scorso, che aveva escluso l’obbligo per i Comuni di dotare gli agenti di armi da fuoco.

Secondo l’ANVU, ridurre la questione a “mera facoltà discrezionale” degli enti locali significa ignorare precisi obblighi giuridici. La missiva, firmata dal presidente nazionale, Silvana Paci, richiama l’articolo 5 della legge 65 del 1986, il decreto ministeriale 145 del 1987 e l’articolo 2087 del Codice civile, che impongono al datore di lavoro pubblico di tutelare l’integrità fisica e morale dei dipendenti.

“Non si tratta di armare per scelta, ma di armare per dovere”, si legge nella nota, in cui si sottolinea come gli agenti siano quotidianamente esposti a rischi concreti: aggressioni, contesti di degrado, operazioni di ordine pubblico svolte spesso in concorso con le forze di polizia statali.

Il documento respinge con forza l’idea che l’armamento sia una decisione locale legata a valutazioni politiche, sostenendo invece che si tratti di un presidio indispensabile di sicurezza. “Chi indossa l’uniforme non chiede privilegi ma tutele”, scrive l’ANVU, che accusa gli amministratori di esporre gli agenti a un “vulnus di protezione” e gli enti locali a possibili responsabilità patrimoniali e contabili.

Infine, l’associazione invita la Regione e la Prefettura a rivedere la loro posizione, ritenuta “inappropriata e non idonea a garantire la sicurezza né nel Comune di Courmayeur né tantomeno nella Valle d’Aosta”.

pa.ga.

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