Themis e Metis - 28 agosto 2025, 08:40

Troppo rumore per dormire; cosa fare quando il vicino non rispetta la quiete?

Troppo rumore per dormire; cosa fare quando il vicino non rispetta la quiete?

Vivere in condominio può essere piacevole, ma anche fonte di stress, soprattutto quando il vicino non rispetta la quiete. I rumori molesti, che impediscono di riposare o vivere serenamente in casa, non sono solo fastidiosi: possono diventare un vero e proprio illecito civile. La legge italiana, infatti, consente di agire contro chi provoca immissioni acustiche intollerabili, ma per farlo nel modo giusto è fondamentale sapere a quale giudice rivolgersi e quali rimedi si possono ottenere.

Quando il rumore diventa “intollerabile”

Non esiste una regola fissa che dica “oltre tot decibel il rumore è illecito”. La valutazione dipende dal contesto. Un rumore può essere considerato intollerabile anche se rientra nei limiti di legge, se disturba in modo significativo la vita quotidiana. Il giudice, infatti, tiene conto di diversi fattori: l’orario in cui si verifica il disturbo, la distanza dalla fonte del rumore, l’eventuale mancanza di isolamento acustico, le condizioni di salute della persona disturbata e persino il fatto che il rumore fosse già presente prima dell’arrivo del denunciante. Per esempio, se ci si trasferisce vicino a una fabbrica, sapendo che è attiva e rumorosa, sarà più difficile ottenere tutela: bisognerà dimostrare che il rumore è davvero insopportabile, al di là della normale tollerabilità.

A quale giudice rivolgersi

Qui entra in gioco un punto cruciale: la competenza del giudice. Non tutti i giudici possono trattare tutte le cause, e sbagliare può significare perdere tempo e denaro.

Se si chiede semplicemente la cessazione del rumore e un risarcimento per i danni subiti, ci si deve rivolgere al giudice di pace. Lo dice l’articolo 7 del codice di procedura civile, e lo ha confermato anche la Cassazione (sentenza n. 7330/2015).

Se invece si invoca anche la violazione di una norma del regolamento condominiale – ad esempio una clausola che impone il silenzio in certe fasce orarie – allora la competenza passa al tribunale ordinario. Questo perché si entra nel campo delle obbligazioni contrattuali tra condomini (Cass. n. 22730/2017).

In pratica se il problema è solo il rumore, giudice di pace. Se il problema è anche il mancato rispetto del regolamento condominiale, tribunale.

Cosa si può chiedere al giudice

Una volta individuato il giudice giusto, si può chiedere la cessazione del comportamento molesto, cioè che il vicino smetta di fare rumore. Questo si chiama tutela inibitoria, e può essere accompagnata da una sanzione economica per ogni violazione del divieto (art. 614-bis c.p.c.); il risarcimento dei danni, se si dimostra che il rumore ha causato un danno concreto (per esempio problemi di salute, stress, perdita di sonno)e l’obbligo di adottare misure tecniche, come l’insonorizzazione dell’appartamento o la rimozione della fonte del rumore (es. un condizionatore rumoroso). 

La legge offre strumenti efficaci per difendersi dai rumori molesti in condominio, ma è fondamentale agire con precisione. Sapere quando il rumore è davvero illecito, quale giudice è competente e quali richieste si possono avanzare.

Fonte: La legge per tutti

red.laprimalinea.it

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