Ancora violenza all’interno della Casa circondariale di Brissogne. Nella mattinata di oggi, domenica 24 agosto, un detenuto nordafricano, in evidente stato di agitazione e contrario al rientro in cella, ha aggredito a pugni due agenti della polizia penitenziaria intervenuti per calmarlo. Entrambi sono stati ricoverati al pronto soccorso dell'ospedale 'Parini' di Aosta e dimessi in serata con 30 giorni di prognosi.
Il sindacato di Polizia penitenziaria SiNAPPe parla di “brutale aggressione” e denuncia una “vera e propria escalation di violenza” che espone quotidianamente a rischi altissimi il personale penitenziario. "Questi episodi non sono isolati – ha spiegato il vice segretario regionale Matteo Ricucci – ma la conseguenza di un sistema penitenziario cronicamente in sofferenza, con una gestione dei detenuti, soprattutto stranieri, sempre più complessa e in un clima di impunità".
Solidarietà agli agenti è arrivata anche dai vertici nazionali del sindacato, che invocano il ripristino dell’articolo 14 bis dell’Ordinamento penitenziario e chiedono il rimpatrio dei detenuti extracomunitari, ritenuti “privi di volontà di reinserimento”.
Sullo sfondo, però, resta un problema più ampio che riguarda tutte le carceri italiane. Il sindacato Osapp, attraverso il segretario generale Leo Beneduci, denuncia che "da Palermo ad Aosta gli istituti penitenziari si sono trasformati in veri e propri supermarket dell’illecito, con telefonini, droghe e strumenti atti a offendere che entrano quotidianamente grazie a lanci dall’esterno o all’uso di droni". Secondo l’Osapp, l’amministrazione penitenziaria è perfettamente a conoscenza del fenomeno ma non ha adottato contromisure adeguate.
L’Osapp ricorda inoltre che già in passato ha più volte denunciato situazioni critiche e pericolose per l’incolumità degli agenti nel carcere di Brissogne, una struttura che da ben otto anni è priva di un comandante di reparto titolare, con inevitabili ripercussioni sull’organizzazione e sulla gestione interna.
Il sindacato invoca interventi urgenti: più organico per la polizia penitenziaria, bonifica delle aree perimetrali e sistemi di videosorveglianza funzionanti. "La sicurezza e la legalità delle carceri – conclude Beneduci – sono la sicurezza e la legalità di tutti".