Themis e Metis - 18 agosto 2025, 07:36

Se costruisco sul terreno del vicino... ne divento proprietario?

Se costruisco sul terreno del vicino... ne divento proprietario?

Nel vasto mondo delle curiosità legali, una domanda bizzarra ma più frequente di quanto si pensi è questa: “Se costruisco una parte della mia casa sul terreno del vicino, quel pezzetto diventa mio?” A metà tra leggenda urbana e mistero da condominio, la risposta non è banale, ma affonda le sue radici in un principio poco noto e assai rigido del diritto italiano: l’accessione invertita. Immaginiamo il caso: stai costruendo la tua casa, tutto procede come da progetto, finché ti accorgi che una parte del muro, magari pochi metri, sporge sul terreno del vicino. Panico. Il pensiero corre subito alla demolizione, al risarcimento, alla causa civile.

Ma ecco che entra in gioco la disciplina dell'accessione invertita, un'eccezione alla regola generale secondo cui tutto ciò che è edificato su un suolo appartiene al suo proprietario. Questa norma, contenuta nell’articolo 938 del Codice Civile, può talvolta salvare il costruttore... ma attenzione! Lo fa solo se si verificano tre condizioni imprescindibili. Perché possa operare l’accessione invertita deve trattarsi della costruzione di un vero edificio, non semplici opere murarie (come muri di cinta o garage). Inoltre, il costruttore deve aver agito in buona fede, ovvero senza sapere e senza poter sapere che stava sconfinando e infine il proprietario del fondo occupato non deve opporsi entro tre mesi dall’inizio della costruzione. Se manca anche solo uno di questi requisiti, scatta la regola generale: il vicino può chiedere di demolire l’opera e riprendersi il terreno. Ma allora... il terreno diventa mio? Sì, ma non subito.

Se il giudice accerta che tutti i presupposti sono soddisfatti, può attribuire la proprietà della porzione di terreno al costruttore tramite una sentenza costitutiva. Attenzione però: questo trasferimento non è gratuito. Il costruttore dovrà versare il doppio del valore del suolo occupato, oltre a eventuali risarcimenti. In questo contesto, la buona fede non si presume. Va provata dal costruttore con documenti, rilievi, testimonianze. Non basta dire “non lo sapevo”: bisogna dimostrare che l’errore è stato ragionevole e scusabile, magari dovuto a una mappa sbagliata o a un confine non chiaramente identificabile.

La giurisprudenza è chiara: questa norma si applica solo agli sconfinamenti orizzontali, non a quelli verticali (come quando si invade il piano superiore o inferiore di un condominio). Inoltre, non vale per opere minori o di natura diversa da un edificio abitabile. L’accessione invertita è un salvagente legale... ma uno di quelli pieni di fori. Le sue condizioni sono tanto specifiche che solo chi costruisce con onestà e per errore può usarlo. E anche allora, sarà sempre un giudice a decidere se premiare l’ingenuità o punire l’invasione. Il consiglio è uno solo: prima di costruire, costruisci certezze. Magari con una consulenza legale.

Fonte: La legge per Tutti

red.laprimalinea.it

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