In Valle d’Aosta, il referendum sulla legge elettorale ha visto prevalere il ‘Sì’ sul ‘No’, ma il vero vincitore è stato l’astensionismo. L’affluenza si è fermata al 16,04% ovvero 16.854 votanti su 105.054, ben al di sotto della soglia della metà degli aventi diritto, segno di un interesse tiepidissimo da parte degli elettori verso la consultazione. "Questo è un chiaro messaggio a chi ancora crede di poter condizionare le scelte degli elettori con la bieca retorica del 'bien du pays'", ha commentato a caldo a Laprimalinea l'esponente di Avs Elio Riccarand.
A differenza del dato regionale complessivo, (in 150 seggi su 150 i 'Sì' alle tre preferenze al posto di una sola sono stati 8.655 ovvero il 52,14% mentre i 'No' 7.944 cioè il 47,86%) in 38 seggi su 38 nel capoluogo valdostano i ‘No’ (2.296, 56,55%) hanno nettamente travolto il ‘Sì’ (1.764, 43,45%), ribaltando l’esito generale: Una differenza che, secondo il coordinatore di Fratelli d’Italia, Alberto Zucchi, rappresenta "un avviso di sfratto dal Comune per autonomisti e centrosinistra".
Di diverso e lapidario avviso i segretari di Uv e Pd-VdA; Joel Farcoz e Luca Tonino: "Chi ha voluto il referendum ha perso, questo è il solo dato che conta". E sulla maggioranza di 'No' di Aosta, "fanno il conto con l'altissima astensione e la distanza della popolazione da questo referendum non dovrebbe rallegrare nessuno".
In sintesi, i valdostani che si sono recati a votare hanno confermato la nuova legge regionale sulla reintroduzione delle tre preferenze e della rappresentanza di genere, già approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 27 febbraio scorso. La legge sarà promulgata dal Presidente della Giunta e pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione.