Saggezza Popolare - 04 agosto 2025, 06:30

Roma in proverbio; la saggezza nei vicoli - audio incluso

Questa rubrica semiseria raccoglie e propone detti, proverbi e antiche saggezze che da secoli arricchiscono l'Italia di un patrimonio inestimabile di cultura locale

Foto di Stefano Montesi

Foto di Stefano Montesi

Nel cuore dell’Italia, tra colli, litorali e rovine millenarie, il Lazio custodisce un bagaglio di proverbi che mescola saggezza contadina, ironia romanesca e filosofia di borgata. Qui ogni detto è una pennellata di verità popolare, spesso burbera ma mai banale. Dalle osterie di Trastevere ai campi della Ciociaria, le parole scorrono come vino buono: dicono tutto e non chiedono niente. In questa tappa della nostra rubrica semiseria, ci lasciamo guidare dalla voce ruvida e saggia dei laziali. Perché “a chi nun piace er vino, Dio je leva l’acqua”.

"A chi tocca nun se 'ngrugna"

Traduzione: a colui il quale capita una sventura  non si deve arrabbiare.

Utilizzato anche riferendosi alla persona che muore che non si può più arrabbiare.

"Omo de panza omo de sostanza"

Traduzione: l'uomo con la pancetta ha sostanza.

Nella tradizione popolare e di borgata indicava un uomo che avendo i soldi poteva permettersi di mangiare e quindi aveva sostanza di contro al popolino morto di fame notoriamente tutti secchi e allampanati

"Quanno te dice male te mozzicheno pure e pecore"

Traduzione: quando la sventura si abbatte su di te perfino le pecore ti danno un mozzico riferendosi al fatto che se la sventura ti colpisce pure le cose più innocue poi ti colpiranno ( il famoso livello superiore della sfiga).

TRADIZIONE DEL LUOGO

Luglio - La festa de noantri

La Madonna del Carmelo, ha assunto nel tempo delle connotazioni particolari e peculiari, divenendo intorno agli anni Venti, anche "la festa de noantri"   (noi altri). Una leggenda narra che alcuni portuali, pescando sulle rive del fiume, verso la metà di luglio di un anno imprecisato, raccolsero dal fiume una cassa al cui interno giaceva una preziosa statua della Madonna. I pescatori, estasiati dalla bellezza della Vergine, si affrettarono a trasferirla nella chiesa di sant'Agata, dove ancora oggi risiede.

Da quel giorno, il sabato successivo alla festa del Carmelo,  la Madonna venuta dal fiume viene portata in processione, dalla chiesa in cui risiede attraverso tutte le vie del rione  per giungere in una frazione della città, dove riposa per otto giorni, prima di riprendere il suo posto a sant'Agata. La processione, che anticamente era organizzata dalla compagnia dei vascelari, i vasai, che plasmavano i boccali di coccio e le brocche per servire il vino nelle osterie, è oggi appannaggio dei trenta confratelli dell'arciconfraternita del Ss. Sacramento e di Santa Maria del Carmine, i quali con il tradizionale saio bianco, oggi però privo di scapolare, portano la statua attraverso il quartiere popolare. 

L'impronta festaiola della celebrazione, un tempo caratterizzata dalla presenza dei vascelari e dei loro boccali colmi di vino, non è però andata smarrita. La festa della Vergine è infatti affiancata dalla festa pagana di "noantri", a cui partecipa tutto il quartiere con bancarelle, mercatini, osterie aperte a tutti i passanti, manifestazioni e teatri ambulanti, che attirano l'attenzione di curiosi e turisti, spesso ignari della ricorrenza cristiana. 

 

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