Un passo concreto verso il progetto del collegamento funiviario tra le vallate di Valtournenche e Ayas. È arrivato questa mattina, venerdì 25 luglio, il via libera formale all’avvio dell’iter per la definizione di un accordo di programma, nell’ambito della conferenza di programma convocata a Palazzo regionale dal presidente della Giunta, Renzo Testolin, su richiesta delle società Monterosa spa e Cervino spa.
Nel corso della riunione, gli enti locali interessati – i Comuni di Valtournenche e Ayas – hanno espresso parere favorevole all'avvio del percorso condiviso. Contestualmente è stato nominato il responsabile del procedimento: si tratta di Matteo De Grandis, dirigente della struttura Infrastrutture funiviarie dell’assessorato regionale ai Trasporti.
Le due società promotrici dell’intervento consegneranno alla Regione e ai Comuni la documentazione tecnica in loro possesso, funzionale all’elaborazione dell’accordo di programma che dovrà definire modalità, tempi e risorse del progetto.
L’ipotesi al centro del confronto rimane quella già illustrata pubblicamente lo scorso febbraio, durante un’audizione congiunta delle commissioni consiliari III e IV. Si tratta della cosiddetta “alternativa 5” dello studio di fattibilità commissionato da Monterosa e Cervino, trasmesso al Consiglio Valle nel marzo 2023: una soluzione che riduce l’impatto visivo e ambientale rispetto alle opzioni 1 e 2 (che prevedevano 19 piloni), limitandosi a 4 sostegni in area protetta – al pari delle alternative 3 e 4 – e puntando all’azzeramento delle strade di cantiere.
Un progetto da 72 a 122 milioni di euro, secondo le stime allegate allo studio, che continua tuttavia a suscitare forti perplessità e opposizioni. Sul fronte ambientalista restano critici i comitati “Insieme per le Cime Bianche” e “Ripartire dalla Cime Bianche”, ma anche alcune forze politiche di minoranza (PCP in particolare) hanno già espresso riserve sia sull’impatto ambientale sia sulla sostenibilità economica dell’opera.
Con l’avvio ufficiale del percorso di accordo di programma, il dossier torna dunque al centro dell’agenda politica e amministrativa regionale, con l’obiettivo – non privo di ostacoli – di far convivere sviluppo turistico, tutela del paesaggio e dialogo con le comunità locali. Che per il popolo ambientalista non si raggiunge costruendo impianti funiviari.