Eventi e appuntamenti - 25 luglio 2025, 14:43

Aperta ad Aosta 'Brassaï. L'Occhio di Parigi'

Inaugurata al Centro Saint-Bénin di Aosta, la mostra del grande fotografo ungherese; resterà aperta fino al 9 novembre

Aperta ad Aosta 'Brassaï. L'Occhio di Parigi'

Curata da Daria Jorioz e Philippe Ribeyrolles, l'esposizione 'Brassaï. L'Occhio di Parigi' (titolo che sembra preso pari pari dal titolo di un nostro articolo pubblicato esattamente un anno fa) fa parte di un progetto più ampio della Regione per la divulgazione della cultura e vuole offrire un altro punto di vista per interpretare la realtà, specialmente in questo periodo dove le persone tendono a polarizzare il proprio pensiero e a non interessarsi alle opinioni altrui. Effettivamente Brassaï, di differenti punti di vista, ne aveva da offrire, e l’esibizione si premura di presentarne il più possibile.

L’esposizione, dopo aver fatto tappa anche a Milano e a Bassano del Grappa, offre i visitatori del Saint-Benin una retrospettiva del fotografo ungherese di ben 150 stampe, divise in aree per tematica. Partendo dalle fotografie degli esordi si arriva a quelle dei dettagli della natura e dei graffiti cittadini, da Brassaї sempre amati, per passare agli scorci notturni della Parigi degli anni ‘30, e persino alla vita notturna che la anima e la popola.

L’opera con cui si associa spesso l’autore è il suo primo libro 'Paris de nuit', definito dalla stessa Jorioz “immancabile nelle librerie di ogni fotografo e di chi si occupa di fotografia” e che, uscito nel 1933, mostra le foto scattate di notte da Brassaï, il quale utilizzava pochi strumenti di supporto, tra cui la sigaretta adibita a esposimetro. Egli fu sostanzialmente il primo a realizzare foto notturne, con ritratti anche a personaggi come lampionai e piccoli criminali.

Da quello stesso anno, inoltre, il fotografo cominciò ad utilizzare lo pseudonimo di 'Brassaï”, il cui significato corrisponde letteralmente a 'di Brassó': Brassaї è quindi Gyula Halász, nato nel 1899 e proveniente dalla città ora rumena di Brașov, in passato ancora parte dell'Impero austro-ungarico. Prima di mettere mano alla fotografia da autodidatta nel 1929, lavorò come giornalista a Berlino per quattro anni e poi nella città natale per qualche mese, finché non si ristabilì a Parigi nel 1924.

Egli era già stato nella capitale francese da bambino per via del lavoro del padre, professore di letteratura francese, e rimarrà lì per gran parte della sua carriera fotografica, lasciandola solo in alcune occasioni (come nel 1941 per l’occupazione nazista). Nel quartiere di Montparnasse strinse amicizia con diverse personalità del mondo dell'arte, tra cui Pablo Picasso, con il quale condividerà una profonda amicizia e collaborazione anche nelle loro opere artistiche. Era anche un artista poliedrico, che si occupava di disegno e di scultura e realizzò persino un cortometraggio nel 1956, dal titolo 'Tant qu’il y aura des bêtes'.

Dopo aver ricevuto diversi riconoscimenti, Brassaï morì nel 1984 a Beaulieu-sur-Mer e venne sepolto nel cimitero della sua Montparnasse.

Accostato spesso al surrealismo per via delle tonalità soffuse e spesso oscure, Brassaï non aderì mai ufficialmente al Movimento nonostante vi si trovasse assai vicino: lui si limitava soltanto a ritrarre la realtà, dato che secondo le sue stesse parole “non c'è più niente di surreale della realtà". 

 

Simone Mombelli

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