Attualità - 19 luglio 2025, 08:58

All’AIPaS il Premio Fiaccola della Carità 2025

Il Presidente, don Isidoro Mercuri Giovinazzo, ospite a Bucchianico al forum sulle nuove dipendenze

All’AIPaS il Premio Fiaccola della Carità 2025

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo, sacerdote e parroco valdostano nonché presidente dell'Associazione italiana di pastorale sanitaria-AIPaS è stato protagonista alla tavola rotonda dal titolo 'L'infido mondo delle nuove dipendenze' lo scorso 12 luglio a Bucchianico (Chieti).

Si è trattato di un incontro dibattito con la partecipazione di autorevoli ospiti e con un focus sulle tecnodipendenze e gli adolescenti, tema di grande attualità. 

Nell'occasione, don Isidoro ha ritirato il 'Premio Fiaccola della Carità', pergamena assegnata per il 2025 all'AIPaS per l'impegno profuso di testimonianza e incessante operato.  Custodito nella cripta del santuario di Bucchianico accanto all’urna di San Camillo de Lellis, patrono della sanità italiana e 'gigante' evangelico nel servizio ai malati, la Fiaccola è una luce accesa che invita a proseguire il cammino con fede, competenza e dedizione, secondo il cuore di Dio. 

 

Invitato a Bucchianico - terra natale di San Camillo de Lellis - da Padre Sergio, Ministro degli infermi e consigliere nazionale AIPaS, don Isidoro ha presentato al pubblico un'esperienza associativa che in 40 anni ha dato tanto supporto e suggerito efficaci percorsi per la pastorale della salute italiana, a tutti gli operatori impegnati nel loro servizio di cura verso il prossimo più debole e sofferente.

"Nel 1985 San Giovanni Paolo II ricordava con forza l’importanza della presenza della Chiesa nel mondo sanitario - ha ricordato il parroco di Charvensod e Pollein -. Non solo cura del corpo, ma anche attenzione ai bisogni spirituali e morali delle persone malate, attraverso un accompagnamento competente, sollecito e rispettoso. Un’eredità raccolta e portata avanti con impegno dall’AIPaS – Associazione Italiana di Pastorale della Salute – nata come coordinamento di cappellani ospedalieri e oggi punto di riferimento nazionale per la riflessione e l’azione sociosanitaria della Chiesa".

Don Isidoro ha poi ricordato che "in questi quarant’anni l’AIPaS è cresciuta, allargando i propri orizzonti e diventando un vero laboratorio di esperienze, modelli pastorali e progettualità. Camilliani, Fatebenefratelli, Frati Minori, diaconi, religiose, laici, medici e operatori sanitari collaborano in una rete che unisce servizio, cultura e spiritualità. Il centro di questo impegno è la promozione integrale della persona in ogni fase della vita, dalla nascita alla morte naturale.Tra le iniziative più significative dell’Associazione spicca il Convegno nazionale di Assisi, giunto alla 40esima edizione, che ogni anno in ottobre richiama centinaia di partecipanti da tutta Italia, con relatori di altissimo livello. A questo si affiancano strumenti permanenti di formazione e confronto come la rivista Insieme per Servire, il sito 'aipasalute.it' e il programma radiofonico mensile 'Non sia turbato il vostro cuore', andato in onda per due anni su Radio Maria".

Ha poi sottolineato che "L’esperienza della pandemia da Covid-19 ha messo a dura prova anche i cappellani e i volontari dell’AIPaS, che hanno operato nei reparti ospedalieri, nelle RSA e nelle case, portando conforto e speranza, spesso a rischio della propria salute. In quegli anni, raccontano, 'abbiamo visto all’opera autentici eroi del Vangelo e della carità'. Nel tempo l’Associazione ha saputo rinnovarsi, aggiornando lo Statuto nel 2020, rafforzando le sinergie con altre realtà ecclesiali e civili, e partecipando a iniziative di rilievo pubblico, come la presentazione al Senato nel 2024 di un documento sul fine vita, con riflessioni etiche, legislative e pastorali".

L’AIPaS è anche membro fondatore del Forum Sociosanitario, una rete che unisce 15 associazioni nazionali e oltre 100 realtà territoriali impegnate nella promozione della salute e nella lotta alle disuguaglianze.

“La nostra missione – affermano i membri dell’associazione – è restare accanto a chi soffre, con uno sguardo umano, scientifico e spirituale. Nessuno è indispensabile, ma tutti siamo utili. Solo insieme possiamo costruire ponti di misericordia”.

red.laprimalinea.it

SU