Cronaca - 16 luglio 2025, 13:49

Canile/gattile regionale, Avapa segnala 'un servizio pubblico chiuso al pubblico'

L’associazione dà voce ai volontari, 'animali destabilizzati, competenze ignorate, dialogo assente. Così si tradisce una comunità'

Canile/gattile regionale, Avapa segnala 'un servizio pubblico chiuso al pubblico'

"Dopo trentacinque anni di gestione ininterrotta del Canile e Gattile regionale in località Croix Noire a St-Christophe,  gli ultimi diciotto condotti interamente a titolo gratuito", l’associazione Avapa interviene sull'affidamento della struttura alla cooperativa 'Il Melograno' con un'articolata nota diffusa oggi alle testate giornalistiche locali, in cui stigmatizza alcune iniziative della nuova gestione.

Al centro della presa di posizione, che l’associazione definisce “un atto di responsabilità, non un attacco”, ci sono "il benessere degli animali, la dignità delle persone" e una gestione che, dall'1 luglio, appare segnata da scelte discutibili. Dopo il passaggio alla cooperativa Il Melograno', sono giunte ad Avapa segnalazioni, testimonianze, lettere e ora anche una voce collettiva – quella dei volontari – che fanno emergere criticità. Il punto non è il cambio di gestione in sé, ma il modo in cui è stato realizzato, secondo l’associazione, azzerando competenze consolidate, chiudendo le porte al volontariato storico e snaturando lo spirito stesso del servizio pubblico. Le criticità segnalate vanno dalla trasparenza al benessere animale.

Tra i punti sollevati (peraltro riportati nei giorni scorsi dalla nostra testata a seguito di numerose segnalazioni giunte in redazione), la riduzione degli orari di uscita dei cani, l’esclusione dei volontari dai box, l’obbligo di un nuovo esame formativo anche per chi ha anni di esperienza certificata. A questo si aggiunge, secondo Avapa, la mancata valorizzazione di operatori storici – mai contattati per un eventuale reintegro – e la presenza di personale inesperto, in alcuni casi assunto da cooperative esterne. Non sarebbero mancate le conseguenze: episodi di tensione tra animali, un’aggressione tra cani inizialmente taciuta ("poi solo a seguito della scoperta di lesioni visibili da parte dei volontari sono state fornite versioni vaghe e contrastanti", spiega la nota), malfunzionamenti nella reperibilità anche in casi d’emergenza, gattile lasciato incustodito dalle 13 fino al mattino seguente.

Tutto ciò, osserva l’associazione, con un’assenza sistemica di dialogo con chi conosce bene ogni singolo animale, e con il permanere di barriere all’accesso da parte di cittadini e potenziali adottanti, situazione che crea, secondo gli scriventi, "un clima di discontinuità e disorientamento: molti ex dipendenti non sono stati neppure contattati per un confronto o una proposta di reinserimento, nonostante l’esperienza maturata negli anni all’interno della struttura. Tale esclusione è apparsa in aperta contraddizione con quanto dichiarato dalla cooperativa in sede sindacale, dove si parlava di percorsi paralleli di ricollocamento. La mancata valorizzazione di competenze consolidate, maturate sul territorio, è un errore grave e tuttora irrisolto, anche alla luce della missione di inclusione lavorativa dichiarata dalla cooperativa stessa".

“Si può cambiare una gestione, non si può azzerare una comunità”, scrive Avapa, rivendicando un’esperienza trentennale a fianco delle istituzioni e sottolineando che la rinuncia all’ultimo bando regionale per la gestione del canile/gattile "non è stata una fuga" ma una scelta obbligata, di fronte a condizioni ritenute insostenibili. “Chiediamo un confronto serio e trasparente – conclude l’associazione – per rispetto degli animali, dei lavoratori e di chi crede che la cosa pubblica sia qualcosa di più di un appalto”.

La voce dei volontari: “Un servizio pubblico chiuso al pubblico”

Al centro della denuncia anche una lettera firmata da diversi volontari, che Avapa ha scelto di pubblicare integralmente, facendola propria. Il testo, che mantiene toni civili ma fermi, è una testimonianza diretta della frustrazione e della preoccupazione crescente tra chi dedica gratuitamente il proprio tempo agli animali: “Lamentiamo innanzitutto la drastica riduzione dell’orario di accesso dei volontari, a causa della quale molti di noi non riescono più a dedicarsi alle uscite. Si tratta di animali che vivono rinchiusi in gabbia: privarli dell’affetto e del momentaneo sollievo di una passeggiata è qualcosa di molto distante da quella che si può definire una buona gestione".

I volontari puntano il dito contro una nuova gestione che, secondo loro, ostacola invece di favorire l’adozione e l’equilibrio emotivo degli animali: “Appare grottesco e preoccupante che chi si occupa dei cani a titolo gratuito abbia a cuore anche il loro futuro, mentre chi percepisce soldi pubblici per farne un mestiere sia del tutto disinteressato anche al loro presente".

Una denuncia secca arriva anche contro le modalità di accesso al canile: “La nuova gestione impedisce l’accesso ai box, privando così gli animali di due momenti fondamentali nella relazione uomo-cane. È accaduto più volte che i cani rinunciassero a uscire a causa di un approccio sterile, in contrasto con le più basilari norme cinofile".

E infine, la stoccata che suona anche come una sintesi amara: “Praticamente la nuova gestione pretende di offrire un servizio pubblico... chiuso al pubblico! Un ossimoro talmente inquietante da rendere superfluo ogni ulteriore commento".

 Da qui, l’appello conclusivo dei volontari: il ripristino degli orari e delle modalità operative precedenti, che – a loro avviso – erano non solo più efficaci, ma soprattutto più rispettose del benessere animale.

pa.ga.

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