Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso presentato dalla Lega VdA contro il patrocinio e il contributo economico di 9.500 euro concessi dal Comune di Aosta ad Arcigay Queer VdA per l’organizzazione degli eventi dell’Aosta Pride 2022.
La sentenza conferma la decisione assunta due anni fa dal Tar della Valle d’Aosta, che aveva giudicato infondata la richiesta di annullamento del provvedimento comunale. Secondo la Lega, la manifestazione avrebbe avuto una natura politica, in contrasto con l’articolo 9 del regolamento comunale che vieta il patrocinio a eventi promossi da soggetti partitici o con finalità politiche.
Ma i giudici amministrativi di secondo grado hanno escluso questa interpretazione, precisando che il patrocinio “non ha un destinatario di tipo partitico”. Anche se l’iniziativa promuoveva valori sociali e civili, “la connotazione del movimento politico, anche solo latamente inteso, è quella di essere incentrato su un tema specifico, il che lo differenzia dal partito politico, che mira invece a conquistare il potere con metodo democratico”.
Inoltre, il Consiglio di Stato ha evidenziato come il patrocinio non violi i principi di uguaglianza, libertà e dignità dei cittadini.
L’Aosta Pride 2022 si era articolato in due settimane di eventi, culminati nella parata dell’8 ottobre, la prima nella storia della regione, alla quale avevano preso parte oltre 3.000 persone.
Il Comune di Aosta, osservano ancora i giudici, aveva agito in coerenza con la propria adesione, deliberata il 26 febbraio 2020, alla Carta di intenti della rete Re.A.Dy, il network nazionale delle pubbliche amministrazioni impegnate contro le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Tale adesione comportava, tra gli obiettivi, la promozione di politiche locali di inclusione e contrasto alla discriminazione.
Infine, sotto il profilo formale, la sentenza ricorda che Arcigay Queer VdA è iscritta al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts) come associazione di promozione sociale senza scopo di lucro, con finalità assistenziali documentate dall’atto costitutivo e dallo statuto.
Il ricorso era stato presentato dal consigliere regionale Paolo Sammaritani, nella doppia veste di residente ad Aosta e rappresentante legale della Lega VdA.