Per una fatale malattia ha ceduto venerdì 12 luglio, all’età di 74 anni, il cuore di Giancarlo Muzzolon, figura poliedrica del panorama culturale valdostano: professore, musicista, direttore d’orchestra e pittore. Oggi, lunedì 14 luglio, alle 14,30 nella Cattedrale di Aosta, si terranno i funerali. Ad accompagnarlo per l’ultimo saluto, nel sagrato, anche alcuni fisarmonicisti che furono parte della sua amata Fisaorchestra.
Nato ad Aosta, Muzzolon si era laureato in Lettere moderne all’Università di Torino nel 1974 e, trent’anni più tardi, nel 2005, si era diplomato in Strumentazione per banda presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” del capoluogo piemontese. Per anni ha insegnato Italiano e Storia al liceo scientifico di Aosta, coniugando la dedizione per la scuola con un amore profondo per la musica e le arti visive.
Sin da bambino, a soli otto anni, aveva intrapreso lo studio della fisarmonica con il maestro Berto Berti, nella scuola del CRAL Cogne. Da allievo promettente era presto diventato prima fisarmonica della Fisaorchestra della Valle d’Aosta, il fiore all’occhiello della Scuola. Alla morte di Berti, nel 1977, ne aveva raccolto il testimone nella direzione, guidando l’ensemble verso traguardi di eccellenza che l’hanno resa una delle migliori formazioni del genere a livello europeo.
Il declino arrivò però tra la fine degli anni ’80 e i primi ’90: lo scioglimento del CRAL, il venir meno delle sovvenzioni regionali e il veto ai concerti non sacri in chiesa compromisero la vitalità della Fisaorchestra, che cessò la propria attività nel 1997. Restano memorabili due reunion, entrambe fortemente volute e organizzate da chi lo conosceva bene: la prima, nel dicembre 2001, nei locali del CCS Cogne per festeggiare la pubblicazione del terzo numero dell’Almanacco della musica in Valle; la seconda, nel giugno 2002, in un Théâtre de la Ville gremito per Aosta Classica. In entrambe le occasioni, “Mussolon” — come lo chiamava affettuosamente Berti — tornò a dirigere con la consueta passione.
Aveva fatto parte anche del Coro Polifonico di Aosta e si era distinto, in anni più recenti, come pittore figurativo. Nei suoi quadri prediligeva dettagli architettonici carichi di suggestione: scorci urbani, portoni antichi, vecchie serrature, pergolati e finestrelle, resi unici dal passare del tempo. In un olio del 2010, 'Spiragli', dipinse una porta serrata da una catena e da un catenaccio, ma attraversata da un tenue spiraglio di luce. Un’opera che, letta oggi, pare quasi una metafora della lunga malattia che lo ha accompagnato negli ultimi anni, e della dignità con cui l’ha affrontata, fino alla morte avvenuta alle 13,18 del 12 luglio, accudito con amore dalla moglie Myriam.
Giancarlo Muzzolon lascia, oltre alla moglie, il figlio Gianluca — Secondo Violoncello dell’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano — e la nuora Lucia. La sua scomparsa lascia un vuoto profondo in chi lo ha conosciuto come docente rigoroso, artista sensibile e musicista instancabile, ma anche come uomo discreto, colto e appassionato.