Attualità - 01 luglio 2025, 08:00

Chiuso il Bar de la Vallée, muore l'ennesimo pezzo di storia comunitaria di Aosta

Domenico Pascarella dietro il bancone del Bar de la Vallée nel 1975

Domenico Pascarella dietro il bancone del Bar de la Vallée nel 1975

Lunedì 30 giugno, portando con sé un bagaglio di nostalgie e gratitudine, si è spento il 'Bar de la Vallée', un simbolo indiscusso della vita sociale, comunitaria, politica e culturale di Aosta.

Inaugurato nel 1970 da Domenico Pascarella e da sua moglie Assunta, questo locale ha attraversato oltre cinque decenni di storia, trasformandosi in qualcosa di molto più significativo di un semplice bar: un vero e proprio punto di riferimento per generazioni di aostani.

Un luogo di incontro e dialogo

Situato in via Gramsci, a pochi passi dal Palazzo regionale,  il Bar de la Vallée è stato crocevia di politici, amministratori, intellettuali e cittadini comuni, tutti attratti dall’atmosfera calda e accogliente che caratterizzava il locale. Luogo di conversazioni e incontri importanti, dei quali nello specifico non si saprà mai nulla perchè i muri non possono parlare, ma quanti accordi politici sono stati siglati, quante idee hanno preso forma tra questi tavoli. È stato teatro di incontri decisivi, proscenio del vicino emiciclo politico dove patti importanti sono stati stretti e rotti, dove disegni di legge e programmi elettorali sono stati abbozzati e discussi.

Un locale ‘esistenzialista'

Il Bar de la Vallée si distingueva per la sua apertura: nessuno vi era straniero. Entrarvi, era come entrare in casa propria. La filosofia del locale poteva essere definita ‘esistenzialista’ nel senso più autentico del termine: un luogo dove ognuno poteva sentirsi accolto senza giudizio, con calore e solidarietà. Aneddoti si sprecano: da chi si confidava tra un caffè e una birra ai giovani che trovavano uno spazio per sognare e confrontarsi. E poi le ore indimenticabili delle tante, 55, Veillà della Foire. "Al di qua di questo bancone, in questi lunghi anni abbiamo visto e udito l'impossibile divenire possibile - commenta oggi Massimo Pascarella, figlio di Domenico e Assunta - spesso penso che sia stato tutto un lungo, interminabile sogno, ma so che invece è tutto vero".

Una storia familiare patrimonio di una città

Nel 1981 i figli dei fondatori, Massimo (nella foto sotto con la figlia Andrea) e Fabrizio Pascarella, presero le redini del bar, ampliandone gli spazi alcuni anni dopo. Da circa 15 anni, Massimo gestiva il locale insieme alla moglie Katiuscia Zerbinati, portando avanti con passione la tradizione familiare. La loro dedizione ha mantenuto vivo lo spirito originale del bar, rendendolo sempre più un punto fermo della vita cittadina. Poi arrivano la crisi Covid, i costi schizzati alle stelle, la stanchezza e la perplessità di fronte a un mondo che sta diventando irriconoscibile, gli impegni nel crescere le tre figlie Elisa, Andrea ed Emily.

"Ci rendiamo bene conto che chiudere queste porte è stato segnare la fine di un’epoca - commenta con orgoglio Massimo - ma anche lasciare in eredità tanti ricordi indelebili. Il nostro Bar de la Vallée non è stato solo un esercizio commerciale, con tutto ciò che comunque questo comporta; è stato un elemento della storia della comunità aostana. Un luogo dove si sono intrecciate storie personali e pubbliche, sogni e realtà quotidiane, progetti, successi, fallimenti. Voglio dire, perché ne sento la doverosa necessità, che non c'è stato giorno in cui io mi sia pentito delle scelte che ho fatto. Questa, l'ultima, è certamente la più dolorosa perchè sono consapevole che con questo inevitabile addio si perde un angolo di anima della città. Una consolazione? Quella di sapere che le storie vissute tra questi tavoli continueranno a vivere nei ricordi di chi ha avuto il privilegio -  e non credo di peccare di presunzione nel dirlo - di varcare quella soglia".

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