Politica - 20 giugno 2025, 07:58

Consiglio regionale, la scintilla Cva accende le tensioni nella maggioranza

Consiglio regionale, la scintilla Cva accende le tensioni nella maggioranza

Nel Consiglio Valle di metà giugno conclusosi ieri sera, il dibattito sulla governance della Compagnia valdostana delle acque-Cva ha impegnato per oltre sei ore l’Aula, rivelando fratture nella maggioranza e rilanciando il tema del controllo politico sulla società partecipata.

Il punto di partenza è stata la mozione di Progetto civico progressista-PCP, firmata da Erika Guichardaz, che chiedeva l’audizione in Commissione del consiglio di amministrazione di Finaosta prima dell’approvazione del bilancio Cva, prevista per il 27 giugno. La mozione, emendata su proposta del consigliere di Rassemblement Valdôtain Stefano Aggravi, è stata respinta con 16 voti favorevoli e 19 astensioni. Nonostante frizioni, la maggioranza ha confermato una posizione condivisa di astensione ma l’assessore all’Agricoltura, Marco Carrel ha chiarito che, se la questione verrà portata in Commissione, il collega di PlA Aldo Di Marco, si esprimerà a favore dell’audizione di Finaosta e di Cva. 

Ad aprire il fronte politico è stato mercoledì sera l’intervento di Simone Perron (Lega), che ha ricostruito con dovizia di dettagli le tappe del confronto politico ma anche alcuni retroscena attorno alla governance Cva, accusando una parte della maggioranza di interessi 'opachi' e di voler esercitare un controllo politico diretto sulla società. Secondo Perron, il gruppo Uv e Pcp avrebbero trovato una convergenza tattica con l’obiettivo di influenzare le future nomine. Ha poi messo in relazione questa strategia con la recente rimozione delle cause di incompatibilità per il consigliere Roberto Rosaire (presidente della Quarta commissione e titolare di Eteredile che ha avuto rapporti commerciali con la Regione) e con la divulgazione, da parte de La Stampa e de Laprimalinea.it, di documenti riservati sulle partecipate.

Le parole di Perron hanno innescato reazioni a catena. "Se voi siete inattaccabili noi non siamo ricattabili" ha esordito il suo intervendo, replicando all'affermazione di Perron, L’assessore al Turismo e commercio Giulio Grosjacques, che ha contestato la ricostruzione del consigliere leghista, definendo il suo intervento un “comunicato scritto a più mani”. Grosjacques ha poi difeso la legittimità delle informazioni ricevute dal commercialista Daniele Fassin, negando la violazione di 'segreti industriali' e ha anche confermato di essersi attivato per verificare l’interesse di Cva verso una centrale idroelettrica inattiva nella zona dell’Evançon, su richiesta di due Comuni valdostani.

Dal canto suo, il capogruppo Uv Aurelio Marguerettaz ha sottolineato la necessità di un controllo più attento da parte di Finaosta sui bilanci e sugli investimenti della controllata Cva. Marguerettaz ha denunciato che decine di impianti acquistati dalla società sarebbero stati successivamente classificati come 'aborted', con un impatto stimato di 50 milioni di euro.

Dati e affermazioni da verificare: a invocare maggiore trasparenza sono stati anche Chiara Minelli (Pcp), Stefano Aggravi (Rv) e Pierluigi Marquis (FI), i quali hanno chiesto che Finaosta torni pienamente a esercitare la funzione di controllo prevista dal suo statuto. Minelli ha ribadito che Cva resta un bene pubblico dei valdostani e ha contestato la linea di sviluppo impressa alla società negli ultimi tre anni. Aggravi ha criticato i “salti di steccato” nella catena di controllo, mentre Marquis ha chiesto verifiche puntuali sugli investimenti, che ammontano a circa un miliardo di euro.

 

A chiudere il dibattito è stato il presidente della Giunta, Renzo Testolin, che ha ricordato come l’uscita di Cva dai vincoli della legge Madia abbia ampliato il perimetro d’azione della società. Per questo, ha spiegato, è stato avviato un percorso di revisione statutaria e rafforzamento dei controlli, che il nuovo cda dovrà completare nel corso del prossimo anno.

pa.ga.

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