Con 19 voti favorevoli (UV, FP-PD, PlA, SA) e 15 astensioni (Lega VdA, RV, FI, PCP, GM), il Consiglio regionale ha approvato il Piano di tutela delle acque della Valle d’Aosta al 2030-Pta 2030.
Approvato all’unanimità anche un ordine del giorno del gruppo PCP che impegna l’assessore all'attivazione rapida della Cabina di regia prevista dal Piano, con la partecipazione dei portatori di interesse.
Il Pta è il principale strumento regionale per la gestione delle risorse idriche. Articolato in più documenti, stabilisce obiettivi, interventi e regole tecniche per una governance sostenibile dell’acqua.
L’Assessore Davide Sapinet ha definito il Piano un atto politico e strategico, frutto di un lungo percorso partecipativo, che mira a una gestione integrata e lungimirante della risorsa idrica, in linea con le normative europee. Tra gli obiettivi: migliorare la qualità delle acque, garantire usi sostenibili (priorità a potabile e irriguo), valorizzare l’acqua per agricoltura ed energia, tutelare gli ecosistemi, prevenire dissesti e promuovere la partecipazione.
Dal dibattito in Aula sono emersi consensi, ma anche critiche. Chatrian (UV) ha parlato di un Piano strategico e condiviso; Minelli (PCP) ha espresso dubbi sull’attuabilità e lamentato il mancato recepimento di alcune proposte ambientaliste. Di Marco (PlA) ha elogiato il carattere moderno e sostenibile del Piano, mentre Aggravi (RV) ha segnalato criticità sul fronte dell’idroelettrico e dei consorzi irrigui.
Distort (Lega VdA) ha criticato l’impostazione “ideologica” del documento, mentre Jordan (UV) ne ha difeso l’equilibrio tra tutela e valorizzazione. Cretier (FP-PD) ha sottolineato la coerenza con le esigenze locali e climatiche. Più critico Lucianaz (GM), che ha parlato di un contenitore vuoto affidato alla Regione senza sufficienti garanzie di attuazione.