Religio et Fides - 15 giugno 2025, 07:09

'Tre donne', 1909-1910; Umberto Boccioni (1882-1916)

Lettura d'arte domenicale a cura di Don Paolo Quattrone

'Tre donne', 1909-1910; Umberto Boccioni (1882-1916)

Domenica scorsa, in occasione della solennità di Pentecoste, ho posto l’accento sullo Spirito Santo; non dobbiamo pensare che agisca per conto proprio in modo solitario ed isolato bensì è sempre in piena sintonia con il Padre ed il Figlio. La solennità della Trinità esiste per ricordarci che Dio secondo i cristiani è costituito da tre persone che posseggono la stessa natura divina e che agiscono sempre in piena armonia e sintonia poiché sono Amore.

Come ricorda il Catechismo della Chiesa Cattolica: La Trinità è Una. Noi non confessiamo tre dèi, ma un Dio solo in tre Persone. Dal brano di Vangelo e dalle parole che Gesù rivolge ai discepoli traspare il suo legame e la sua relazione profonda con il Padre e lo Spirito Santo. Nonostante si sia fatto uomo non significa che sia distaccato dalle altre due persone trinitarie, il loro legame rimane indissolubile. Cito un ulteriore passaggio del Catechismo della Chiesa Cattolica: Le Persone divine sono realmente distinte tra loro. "Dio è unico ma non solitario".

Questo aspetto è particolarmente importante e interessante, sovente noi ne abbiamo un’immagine distorta come se fosse un uomo dalla barba lunga, vestito di bianco che se ne sta tutto il giorno solo seduto su una poltrona fatta di nuvole e ogni tanto butta uno sguardo distratto e superficiale sulla terra. Nulla di tutto ciò, il Dio nel quale crediamo è relazione di tre persone divine che non si accontentano di stare tra di loro ma hanno un profondo desiderio di ampliare ed estendere la loro relazione all’umanità. La solitudine non ha nulla a che vedere con la Trinità e nemmeno con noi poiché siamo fatti a sua immagine. La nostra esistenza si gioca sulle relazioni e rischia invece di imbruttirsi quando cade in una solitudine triste e sterile.

Tutti abbiamo bisogno di momenti di solitudine feconda: ritagliarci uno spazio di tempo per riposare, per staccare dalla solita routine, per fare qualcosa di bello, per pensare, per pregare ma vi è una solitudine pericolosa: rintanarci in noi stessi illudendoci che ce la caviamo sempre e soltanto da soli senza bisogno degli altri e tanto meno di Dio.

Giorni fa ho trovato questa frase scritta da una persona: tante tristezze umane sono delle solitudini. La Trinità in sé stessa è amore, gioia, pace, bellezza perché Padre e Figlio e Spirito Santo sono costantemente uniti tra loro, in un continuo circolo e scambio di amore; spesso all’esistenza umana manca amore, gioia, pace e bellezza perché troppo ripiegati su noi stessi e sui nostri problemi, illudendoci che per star bene dobbiamo esclusivamente appoggiarci sulle nostre risorse. Il problema della solitudine è presente anche oggi pur vivendo in un contesto nel quale possiamo comunicare in mille modi e con grande facilità e velocità eppure c’è tanta gente sola! Guardare alla Trinità, alla relazione che intercorre tra Padre e Figlio e Spirito Santo dev’essere un’occasione per farci alcune domande: nella mia vita c’è una solitudine feconda? Ci sono anche tracce di una solitudine sterile? Com’è il livello di relazione con Dio? Ho del tempo per stare con Lui, per fare silenzio, per ascoltare la sua Parola e confrontarmi con essa per non dar retta soltanto alle mie parole, ai miei ragionamenti e tormenti? So affidare al Signore pesi, preoccupazioni e peccati oppure tengo tutto dentro? Ho tempo per curare le relazioni con gli altri, con i famigliari innanzitutto e poi con gli amici, con le persone con le quali lavoro o collaboro?

'Tre donne' è un dipinto di Umberto Boccioni (1882-1916), artista conosciuto per la sua adesione al futurismo, però prima di approdare a tale movimento artistico italiano è passato per diverse stagioni stilistiche tra le quali quella del divisionismo, di cui fa parte l’opera in oggetto, che nasce sulla scia dell’impressionismo e degli studi sull’ottica ponendo l’attenzione sulla luce e sul colore, separando i colori e le immagini in punti, oggi potremmo dire in tanti pixel.

L’opera ci presenta tre donne di diversa età che si rivolgono verso di noi come se le avessimo interrotte in un loro dialogo e ciò che colpisce maggiormente è che le loro figure sono composte di luce. La solennità che celebra la Trinità ci ricorda che poiché siamo a sua immagine e somiglianza siamo fatti per relazionarci con essa e con gli altri e questo dona splendore, luminosità e bellezza alla nostra esistenza. 

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Letture d’arte è un’idea nata dieci anni fa che don Quattrone ha realizzato e che sta portando avanti per il settimanale Il Corriere della Valle della Diocesi di Aosta. Si tratta del commento delle letture della domenica compiendo un viaggio nello sconfinato panorama della storia dell’arte. Ogni settimana accosta la Parola di Dio della domenica ad un’opera, spaziando in varie forme espressive quali la pittura, la scultura, l’installazione, la fotografia, l’architettura.

Si tratta di un percorso che si muove nelle varie epoche, senza pregiudizi, scoprendo la forza e la bellezza non solo dell’arte antica ma anche di quella moderna e contemporanea. Questo cammino è iniziato quasi per gioco e sulla scia degli studi compiuti all’Accademia di Belle Arti di Brera di Milano dove Paolo Quattrone si è laureato nel 2008. La sfida è quella di riscoprire l’arte come canale privilegiato per rientrare in noi stessi, parlare di Dio e andare a Lui.

Il pensiero di fondo che caratterizza questa esperienza è quello che un’opera d’arte è tale nel momento in cui riesce a farci andare oltre la superficie, oltre la realtà. L’artista, come sosteneva Kandinskij, è un sacerdote che ha la missione di aprirci una finestra verso l’oltre, per farci accorgere che esiste una dimensione spirituale, per aiutarci ad esplorare i sentieri dello spirito. Questo ha portato don Quattrone ad affermare senza ombra di dubbio che tutta l’arte è sacra. E’ un errore immenso distinguere tra arte sacra e profana! Esiste l’arte religiosa e non, ma non è il soggetto rappresentato che rende sacra o meno una pittura, una scultura, un brano musicale o un film ma è ciò che trasmette, l’energia, la forza che suscita nel cuore dello spettatore.

Questa esperienza è possibile non soltanto ammirando opere a soggetto religioso ma anche contemplando quadri, sculture, installazioni che apparentemente sembrano non comunicare nulla di profondo. Un’opera d’arte è tale quando acquista una sua autonomia, una vita propria, quando riesce a far compiere all’osservatore riflessioni e percorsi che vanno oltre le intenzioni dell’autore.

Accostare Parola di Dio e arte vuol dire far convivere due canali che hanno la finalità di farci andare oltre la superficie, che conducono l’uomo a pensare, a scoprire la dimensione spirituale della propria esistenza.  

don Paolo Quattrone-red.laprimalinea.it

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