Cronaca - 28 maggio 2025, 19:25

Aostano morto a Bologna: nessun'arma trovata; la moglie in carcere ma i contorni restano incerti

La ricostruzione dell'accaduto resa dall'indagata è giudicata poco credibile dagli inquirenti, però potrebbe trovare sostegno in alcuni elementi rilevanti

Aostano morto a Bologna: nessun'arma trovata; la moglie in carcere ma i contorni restano incerti

Cercata a lungo e ovunque, l'arma del delitto non è ancora stata trovata. È questo, al momento, uno degli elementi più significativi e 'disturbanti' (per la cronologia dei fatti così come appaiono) nell’indagine sulla morte dell'aostano Giuseppe Marra, 59 anni, trovato senza vita la mattina del 27 maggio nel suo appartamento in via Zanolini, a Bologna. Fortemente sospettata di omicidio è la moglie, Lorenza Scarpante, 57 anni tra pochi mesi, ora in carcere in stato di fermo, in attesa della convalida da parte del gip.

Secondo le prime analisi medico-legali, l'esperto informatico commerciante di cannabis light (aveva avviato un'attività nel centro di Bologna insieme a Lorenza) sarebbe morto verso le 3 del mattino. A quell’ora – hanno riferito i vicini ai carabinieri – si sono uditi rumori forti, tonfi ripetuti, tanto da svegliare alcuni condomini e spingerli a scambiarsi messaggi per lamentarsi e proporre l'intervento dell’amministratore perché, probabilmente, non era la prima volta che accadeva.

La versione fornita dalla donna, ascoltata dalla pm Manuela Cavallo, appare fragile: avrebbe dichiarato di essere andata a dormire e di non essersi accorta di nulla fino alle 10 del mattino. Una ricostruzione giudicata poco credibile dagli inquirenti che però potrebbe trovare sostegno in alcuni elementi rilevanti.

Nonostante la vittima presenti ferite evidenti alla testa e in casa vi siano tracce di sangue sui muri, al momento non è stato rinvenuto alcun oggetto compatibile con un’arma. La dinamica resta oscura: una possibilità è che il capo di Marra abbia sbattuto ripetutamente contro spigoli e superfici dure dell’appartamento, forse in seguito a un malore o più probabilmente per uno stato alterato di coscienza dovuto al consumo di sostanze. Circostanze simili si verificano più di quanto uno possa immaginare e in un caso registrato proprio ad Aosta ci volle qualche giorno agli inquirenti per chiarire che l'uomo trovato, fortunamente vivo ma con traumi e ferite, in una pozza di sangue nel suo appartamento non era stato aggredito ma si era ferito autonomamente in preda a un'alterazione psicofisica a seguito di un abuso occasionale di alcol e stupefacente. 

Oppure, ed è questa la tesi attuale degli investigatori, ad approfittare di un malore o del momento di 'sballo' di Marra sia stata proprio la moglie che, nonostante lui fosse un uomo robusto e lei minuta, sarebbe riuscita a ghermirlo e a sbattergli la testa contro il muro e spigoli di mobili fino a sfondargliela senza che lui riuscisse in alcun modo a reagire. Poi sarebbe andata a letto o comunque avrebbe cessato ogni rumore (i vicini hanno trascorso tranquilli il resto della notte) e alle 10 sarebbe corsa in strada inscenando il ritrovamento a piedi scalzi e con le mani bagnate di sangue. 

I primi urgenti esami tossicologici hanno determinato che i coniugi, nella notte tra il 26 e il 27 maggio, hanno certamente fatto uso di sostanze stupefacenti, forse anche di allucinogeni. Stando alle testimonianze avrebbero dialogato a voce alta, presumibilmente hanno discusso. 

Le consulenze tecniche disposte dalla Procura – tra cui l’autopsia e l’analisi dei telefoni cellulari della coppia – sono già state affidate. L’avvocato Chiara Rizzo, che assiste la 56enne, ha nominato come consulente di parte la tossicologa Elia Del Borrello per gli accertamenti medico-legali. Ascoltati anche i due figli della coppia (uno vive con loro), che non avrebbero aggiunto alcun particolare realmente significativo circa un possibile indurimento dei rapporti tra i genitori. 

pa.ga.

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