"Non c'è stata alcuna rivolta nell'istituto penitenziario di Aosta". E' scritto in una nota stampa a firma di Velia Nobile Mattei, direttrice della Casa circondariale valdostana, che precisa: "Per quanto riguarda i fatti del giorno 19 maggio si è trattato di un unico detenuto che ha dato fuoco a un materasso; in tale contesto operativo, ci si è immediatamente mossi per la tempestiva salvaguardia della salute di tutti, personale e detenuti".
E poi "per quanto attiene ai fatti della sera del 16 maggio, anche in quel caso non è corretto parlare di 'rivolta', trattandosi di una protesta innescata da un gruppo isolato di detenuti e risolta in un paio di ore grazie all'efficiente e ordinato intervento del personale di Polizia Penitenziaria coordinato da Direttore e Comandante. A seguito della stessa non vi sono stati feriti, ma soltanto persone che hanno accusato malori lievi dovuti all'intossicazione da fumo". La direttrice dell'Istituto penitenziario spiega di aver" investito la Procura della Repubblica di Aosta" di "tutto quanto penalmente rilevante".
La nota della direttrice del carcere smentisce i precedenti comunicati del sindacato Osapp e arriva all'indomani dell'interrogazione depositata alla Camera dal deputato valdostano Franco Manes (Uv) che ha chiesto al ministro della Giustizia "quali azioni urgenti intenda intraprendere il Governo per affrontare la drammatica situazione del carcere di Brissogne".
Per Manes "dopo gli ultimi episodi di rivolta e violenza, servono risposte concrete, immediate e strutturali. Auspico che al più presto ci sia la possibilità di aprire un confronto vero su questo tema, che riguarda la sicurezza, la dignità del personale e il futuro del sistema penitenziario valdostano".
"Purtroppo, poco è cambiato - prosegue Manes -e oggi, su 138 unità previste, ne risultano in servizio solo 112. Il contesto di lavoro è diventato insostenibile, come dimostrano le dimissioni volontarie di giovani agenti e i numerosi casi di autolesionismo e tentati suicidi registrati nel 2024. È necessario intervenire con urgenza, studiando soluzioni che rendano appetibile una sede difficile come quella di Brissogne, anche attraverso incentivi economici adeguati e il riconoscimento dell'impegno straordinario degli operatori che vi lavorano".