"Non è la sentenza che attendevamo; leggeremo le motivazioni che saranno depositate il 27 giugno prossimo e poi valuteremo ricorso in Appello". Così l'avvocato aostano Fabio Fantini, difensore insieme al collega Vincenzo Lepre dell'83enne sindaco di Chamois, Lorenzo Mario Pucci, condannato nel pomeriggio di oggi martedì 13 maggio dal giudice del tribunale di Aosta Marco Tornatore a un'ammenda di 1800 euro per il reato di danneggiamento nell'ambito del processo per furto d'acqua al Lago Lod di Chamois, a oltre 2000 metri di quota, che sarebbe stato causato da prelievi non autorizzati.
Per l'imputazione di furto d'acqua Pucci è stato assolto per non aver commesso il fatto - come chiesto anche dal pm Giovanni Roteglia -, così come per quella di intervento non autorizzato su bene paesaggistico. Per l'accusa, il sindaco di Chamois avrebbe diminuito illegittimamente di un metro e mezzo il livello dell'acqua del bacino, profondo mediamente due metri.
Il giudice ha inoltre condannato Pucci a risarcire la parte civile (quantificazione del danno in sede civile), ovvero Legambiente che aveva presentato la denuncia.
Durante la discussione, il pubblico ministero Roteglia ha sottolineato come lo svuotamento del lago abbia favorito il deturpamento del bacino e a supporto della sua tesi ha portato numerose sentenze dal 1968 ad oggi. L'avvocato Lepre nella sua requisitoria ha sostenuto che accusa e parte civile non hanno mai detto quale sarebbe stato il vantaggio del sindaco di Chamois nel deturpare il lago; non è stato estrinsecato il movente di azioni ovviamente mai commesse dal nostro assistito''.
"Il processo è durato tre anni e il dibattimento ha esaminato il drastico abbassamento del livello dell’acqua del lago nella primavera 2022 - ricorda Legambiente VdA in una nota - imputabile non solo alla siccità, ma anche alla deliberata e volontaria deviazione delle acque di afflusso del Ru Novales, regolate da un sistema artificiale di gestione delle acque (realizzato dal Comune con fondi regionali) e attivo da oltre 20 anni che provvede al ricircolo ed al mantenimento del livello del lago".
"La drammatica situazione della primavera 2022 - proseguono gli ambientalisti - aveva dato origine a Chamois a una forte mobilitazione di chamoisins, residenti, turisti, e della stampa valdostana, soprattutto quando si venne a conoscenza di un progetto di una licenza idroelettrica (concesso dalla Regione) che avrebbe permesso ad un privato di prelevare giornalmente dal piccolo Lago Lod fino a 2/3 del suo volume d’acqua (22.000 mc su 30.000). Seppur per ora sospesa e con la richiesta di una modifica, la concessione non è mai stata revocata da parte della Regione Valle d’Aosta. Il drammatico calo del livello del lago e il conseguente danno ambientale e paesaggistico hanno spinto Legambiente a costituirsi parte civile nel processo, per difendere la peculiarità del Lago Lod e l’equilibrio biologico del suo ecosistema danneggiato in modo drammatico.
Rosetta Bertolin, referente di Legambiente per le acque valdostane, osserva che "nella fascia di vegetazione acquatica vi sono specie di pregio di flora e fauna inserite nelle liste di protezione internazionale, come il Ranuncolo acquatico e il Poligono anfibio, marcite e ridotte in putrescenza. Anfibi ed altre specie di piccola fauna non hanno potuto riprodursi, e sono sparite: il Rospo comune, la Rana temporaria e la preziosissima libellula (Aeshna grandis) che solo l’anno prima animava la superficie dell’intero lago".
Il processo, per Legambiente, "segna un’importante presa di coscienza delle peculiarità ambientali del lago di Lod e della necessità della sua costante e vigile difesa".