Religio et Fides - 11 maggio 2025, 07:00

'Pastore con gregge', 1904-1905; Sebastiano Satta (1867-1914)

Lettura d'arte a cura di don Paolo Quattrone

'Pastore con gregge', 1904-1905; Sebastiano Satta (1867-1914)

Il brano di Vangelo è breve ma non per questo meno ricco di spunti di riflessione. E’ bene innanzitutto collocarlo nel suo contesto: Gesù è nel tempio di Gerusalemme e i capi religiosi vogliono capire se è davvero il Messia; non per accoglierlo, bensì per eliminarlo, infatti qualche versetto prima del testo che ci è proposto dalla liturgia si legge che i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: “Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”. Gesù rispose loro: “Ve l'ho detto, e non credete; le opere che io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore” e spiegò il perché non erano parte del gregge: “Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono”.

Cosa vuol dire concretamente far parte del gregge di Cristo? Essere un cristiano il quale innanzitutto crede che Gesù non è solo un 'buon uomo' ma Dio in persona venuto sulla terra per rivelarci che non siamo soli e per indicarci la via della felicità. Nel brano infatti Gesù rivela la sua divinità: “Io e il Padre siamo una cosa sola”. Far parte del gregge di Cristo è credere che Lui non è un Dio in astratto bensì vivo e presente e di conseguenza posso instaurare una relazione con Lui.

Gesù afferma che le sue pecore non andranno mai perdute e nessuno le strapperà dalla sua mano, almeno che non siamo noi stessi a lasciarla. Essere parte del gregge di Cristo è tendere la mano a Dio credendo che Lui ha a cuore il mio bene, non toglie nulla alla mia felicità anzi mi aiuta a camminare in essa e a restarvi. Gesù dice: Le mie pecore ascoltano la mia voce”: far parte del suo gregge vuol dire non ascoltare sempre e solo me stesso, il mio io, le mie ragioni, i pregiudizi, i calcoli, le paure, i malumori.

Seguire Cristo buon pastore è prestare ascolto ogni giorno alla sua Parola, confrontarmi con essa e permetterle di influenzare il mio pensiero, le mie scelte ed azioni. Quando prego so iniziare innanzitutto mettendomi in silenzio e ascoltando di Parola di Dio? La mia preghiera è ascolto e dialogo, o è solo monologo? Gesù aggiunge che le sue pecore solo quelle che Lui conosce. Conoscere nella Bibbia significa appartenere, avere un legame di grande confidenza. Far parte del gregge di Cristo significa che tra me e Lui c’è amicizia, dialogo, che ogni giorno mi affido a Lui, lo ascolto e gli parlo.

C’è dunque un rapporto di confidenza con Lui? Lo coinvolgo in ciò che vivo quotidianamente? Infine far parte del gregge vuol dire appartenere ad un gruppo, camminare insieme ad altri nella Chiesa con le sue bellezze ed imperfezioni. Non cadiamo in una fede del fai da te, egocentrica e solitaria dove vige il motto: io credo in Dio ma non mi sento parte della Chiesa. Una pecora da sola prima o poi si perde e diventa una facile preda così è di chi pensa di vivere la fede per conto proprio.

A volte far parte della Chiesa può risultare difficile, se ne vedono contraddizioni e imperfezioni in quanto fatta da persone, ma sai di far parte di un gruppo, di non essere solo, che in essa può accadere di vivere situazioni negative ma vi si sono anche tante occasioni di esperienze belle che ti cambiano la vita. Talvolta la Chiesa può sembrare allo sbando ma non dimentichiamo che a guidarla è Gesù.

Mentre scrivo non è ancora iniziato il Conclave, non si sa ancora chi sarà il nuovo Pontefice ma una cosa conta: è che tutti, Papa, vescovi, sacerdoti, diaconi, cristiani cerchiamo di seguire Gesù ascoltandolo e frequentandolo, se ciascuno si preoccupa di fare questo sarà sicuro di camminare su vie buone e di condurvi anche le persone che gli sono affidate.

Tutti abbiamo responsabilità importanti, il problema è che spesso pensiamo di portarle avanti da soli, ascoltando solo noi stessi, confidando sui nostri calcoli e ragionamenti mentre dovremmo renderci conto che coinvolgendo Dio in ciò che siamo e che facciamo affrontiamo tutto con un altro spirito.

'Pastore con gregge' (1904-1905) è un quadro realizzato dal poeta e giornalista sardo Sebastiano Satta (1867-1914), il dipinto fa parte di un esiguo numero di sue opere pittoriche. Era un uomo che aveva la capacità di stare vicino alle persone ed in particolar modo a quelle più povere ed umili. Guardando al dipinto viene in mente Gesù che si è fatto uomo per stare come un pastore in mezzo al suo gregge che è l’umanità, per non farci sentire soli e smarriti sta a noi fidarci di Lui oppure andare per conto nostro.

don Paolo Quattrone - red.laprimalinea.it

SU