Attualità - 04 maggio 2025, 08:56

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo in ricordo di Papa Francesco

Pubblichiamo volentieri una nota del sacerdote valdostano scritta 'a caldo' nel giorno della morte di Jorge Mario Bergoglio

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo in ricordo di Papa Francesco

"Quando questa mattina ho appreso la notizia della morte del Santo Padre Francesco, ho pensato che il Signore, per la Santa Pasqua, non avesse voluto negare a tutta la cristianità il dono della sua ultima benedizione Urbi et Orbi, del suo passaggio in Piazza San Pietro per salutare la folla esultante, che onorava nella fede la Risurrezione di Cristo Gesù.

Ripercorrendo i suoi dodici anni di pontificato leggo un testamento molto chiaro: avere a cuore coloro che soffrono, l’umanità ferita dalla povertà, da ingiustizie sociali, da malattie psichiche, fisiche e da fragilità di ogni genere. Un attenzione straordinaria per le periferie esistenziali, la cura del creato e la pace nel mondo. Papa Francesco ha sempre difeso il valore della vita umana di ogni persona, in ogni fase della sua esistenza, dal concepimento fino alla morte naturale. Il Pontefice è sempre stato accanto agli ultimi, ai più piccoli, come i bimbi, gli anziani, i disabili, iigranti e tutte le categorie più deboli, cioè a tutti coloro che non sono in grado di difendersi da soli. Nessuno sia abbandonato, nessuno venga lasciato da solo, abbiate misericordia, ricercate la pace.

Questo è sempre stato il grido e l’invito, proposto dal Papa, tanto che volle proclamarlo in un anno santo straordinario: Il giubileo della misericordia. In questo decennio ho avuto più volte l’onore di incontrare il Santo Padre e di parlare con lui. In particolare ricordo con emozione l’udienza che egli concesse all’Associazione Italiana di Pastorale Sanitaria nel 2017, nell’aula Clementina in Vaticano. Dopo molti apprezzamenti, per tutto ciò che i professionisti e i volontari nel mondo della salute offrono ogni giorno, egli parlò di un vulnus, per il quale chiedeva anche all’Associazione AIPaS uno sforzo concreto per tentare di colmarlo. Ci parlò della sua preoccupazione per le tante persone che nel mondo sono afflitte dalle malattie rare, sui possibili approcci alla cura, di andare loro incontro per lenire gravi tribolazioni. Il Santo Padre incoraggiava gli scienziati ad approfondire la ricerca, lo studio e l’assistenza per ogni malato, ripetendo come “i malati rari siano gli ultimi degli ultimi”.

Egli invitava ad un sostegno, formativo ed informativo, sul fronte delle malattie rare e dei farmaci orfani, quelle preparazioni che l’industria farmaceutica non sviluppa perché il numero ristretto dei malati non ne sostiene il commercio. Il Papa suggeriva agli specialisti la realizzazione di preparazioni galeniche, sulla base delle esigenze di malati rari, di coloro che non hanno possibilità di accesso ad altre cure efficaci.

A seguito di questo invito, in molte parti d’Italia, si è cercato di lavorare con più impegno a questo livello, con ragguardevoli opere compiute. La speranza non delude e la fede, in un Dio che salva, trova la sua più eloquente espressione nella preghiera all’Altissimo e nella carità concreta verso il prossimo. L’anno Santo della Speranza ci accompagni in questo cammino.

Con l’aiuto di Dio, tanta buona volontà ed una proficua scienza, si può restituire tanta speranza! Eleviamo il nostro cuore in preghiera per l’anima del Santo Padre Francesco, chiedendo a Dio di illuminare con la luce della Risurrezione i momenti più bui della nostra esistenza. L’amore di Dio è più forte della morte!

Papa Francesco, riposa in pace.

Don Isidoro Mercuri Giovinazzo

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