Ambiente - 03 maggio 2025, 13:28

Da Legambiente bandiera nera alla Valle per 'le stragi di volpi'

Marzia Verona

Marzia Verona

Anche quest'anno un bandiera verde e una bandiera nera alla Valle d'Aosta dal rapporto annuale di Carovana delle Alpi di Legambiente.

Quella verde è stata assegnata a Marzia Verona, pastora e scrittrice perché "ha saputo ascoltare le persone delle montagne, cercando di comprendere le loro difficoltà, mettendosi nei loro panni e vivendo sulla propria pelle le sfide, i problemi e il fascino dell'allevamento in alta quota".    

La bandiera nera, invece, simbolo di "natura violata", è andata "al Comitato regionale per la gestione venatoria per l'approccio da Far West nella gestione degli equilibri ecosistemici, in particolare nella caccia alla volpe", una "strage attuata quest'anno per semplice divertimento".

"Prendendo a motivazione - si legge nel rapporto - la possibile trasmissione di malattie, comunque non pericolose per l'uomo, nonché la sporcizia causata da alcune volpi confidenti che si avvicinavano alle case di qualche villaggio e che, alla ricerca di cibo, rovesciavano i mastelli delle immondizie, a metà 2024 un rappresentante degli enti locali presso la Consulta faunistica venatoria proponeva di assegnare un bonus ai cacciatori che uccidevano delle volpi. La proposta è stata subito presa in carico dal Comitato regionale per la gestione venatoria che ha inserito, all'interno delle proprie regole per la stagione di caccia 2024/25, una premialità sulla scelta degli ungulati prelevabili (cervi, camosci, caprioli) in base al numero di volpi uccise. Ed è così che si è passati in Valle d'Aosta da una media, negli ultimi dieci anni, di quattro volpi uccise all'anno, a ben 272 nell'ultima stagione venatoria".

Quanto a Marzia Verona, si legge ancora che dopo la laurea “ha sempre orientato il suo lavoro verso progetti legati alla montagna, al territorio e ai prodotti tipici. Contemporaneamente, ha iniziato a pubblicare saggi, libri fotografici e opere di narrativa. Il filo conduttore di quasi tutte le sue opere è la zootecnia di montagna: l’alpeggio, la pastorizia e l’allevamento delle capre. Per alcuni anni ha vissuto la vita e il mestiere del pastore vagante, accompagnando il gregge 365 giorni all’anno e trascorrendo l’estate in alpeggio”.

red.laprimalinea.it

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