Cronaca - 28 agosto 2024, 20:00

Inchiesta Aymavilles, inquirenti sostenuti da intercettazioni, files e testimonianze

Inchiesta Aymavilles, inquirenti sostenuti da intercettazioni, files e testimonianze

"Accertarlo non fa piacere a nessuno, in queste circostanze, ma reati, quantunque alcuni di questi siano colposi, ne sono stati certamente commessi". Non hanno dubbi, gli inquirenti del Reparto Operativo-Nucleo investigativo dei carabinieri di Aosta, che insieme agli agenti del Corpo forestale valdostano della sezione di pg e del Nucleo investigativo antincendi boschivi, dall'estate scorsa indagano sulle responsabilità per il vasto rogo di Aymavilles e sulle presunte truffe e tentate truffe che sarebbero state perpetrate dai vertici della società di elicotteri Sky Aviation srl, appaltatrice della Regione.

Gli investigatori - partiti dalla segnalazione su presunti costi 'gonfiati' sulle ore di volo degli elicotteri per lo spegnimento del maxi rogo che per giorni ha giganteggiato sui soccorritori bruciando 190 ettari di bosco e due case - hanno accertato che le fiamme sono scaturite il 16 luglio 2023 da un corto circuito causato dalla caduta, alle 15,15, di un ramo di pioppo sul traliccio della linea della società elettrica Deval in località La Poyaz di Aymavilles, che ha generato un arco elettrico il quale ha innescato l'incendio alla circostante e invasiva vegetazione. Secondo i consulenti della procura di Aosta, una manutenzione adeguata dell'area, conforme al piano di indirizzo operativo previsto dalla Deval, avrebbe evitato l'innesco del rogo, come dimostrato da ispezioni aeree effettuate nel 2018 che avevano segnalato la presenza ravvicinata dei rami alle linee elettriche. Rami che non sono stati tagliati e risanamento dell'area mai effettuato: per questo motivo l’accusa di incendio boschivo e di inquinamento ambientale, è rivolta all'amministratore delegato e presidente del CdA della Deval, Giorgio Pession, 60 anni, di Valtournenche); all’assistente tecnico di rete Domenico Mileto (58, Saint-Marcel), al responsabile dell’Unità operativa territoriale Deval di Aosta, Valerio Zinetti (57, Aosta), all’elaboratore del documento sulle ispezioni di linee aeree Valter Musso (48, Aosta) e al perito dell’area tecnica Luigi Traverso (63, Genova). Indagate anche come soggetto responsabile le stesse società Deval e Sky Aviation.

Il scintillante innesco del rogo è stato ripreso dalle telecamere del Municipio di Saint-Pierre.

L'elicottero funziona male e parte in ritardo

Vi è poi il filone d'inchiesta sull'avvio dei soccorsi, in ritardo di circa due ore dalla chiamata di attivazione dell’elicottero della Sky Aviation con l'incarico di servizio di protezione civile per conto della Regione. L'ordine di intervento urgente era stato dato alle 15,55 e l'elicottero avrebbe dovuto raggiungere la zona entro 20 minuti. Tuttavia, il velivolo è arrivato solo alle 16,30, iniziando le operazioni addirittura alle 17,55.

L'appalto indica una temporalità di intervento di 20 minuti per le urgenze: nei cento minuti di mancata operatività, indicano i consulenti della Procura, sono venuti meno circa 20 lanci di acqua, 12.000 litri scaricati in zona impervia che avrebbero rallentato assai la propagazione delle fiamme, che invece da La Poyaz hanno raggiunto tre case in località La Camagne. Il ritardo era stato causato dal malfunzionamento della benna antincendio dell’elicottero, problematica di cui la Sky Aviation srl era assolutamente consapevole, secondo gli inquirenti, perché si era già manifestata in un incendio a Sarre il 3 luglio, ma in quel lasso di tempo di 16 giorni non aveva fatto nulla per risolverla. 

Per questo sono accusati di incendio boschivo, delitto contro l’ambiente e inadempimento di contratti di pubbliche forniture i legali rappresentanti legali di Sky Aviation Alessandro Penco, 45 anni, di Como; Cesare Sappino (46 anni, Cavaglià), Carlo Cugnetto, amministratore di fatto della società; l'elicotterista e istruttore di soccorso alpino Luca Laurent, 47 anni di Gressoney-St-Jean; l'elicotterista Roberto Fontanari (50, Trento), il dipendente della Sky Aviation Christian Gagliardo (51) residente a Sarre; il capo della Protezione civile regionale, Valerio Segor, che all'epoca era in carica da quattordici giorni ed è accusato di aver contribuito colposamente ad aggravare le conseguenze del rogo non attivando una convenzione con altra ditta che avrebbe consentito di superare le presunte inefficienze della compagnia elicotteristica Sky Aviation.

Forse troppo loquace il Comandante del Corpo forestale

Nell'ambito dell'inchiesta è accusato di rivelazione e utilizzazione di segreti d'ufficio il comandante del Corpo forestale, Luca Dovigo. Il 7 agosto 2023 era stato intercettato mentre parlava con un dirigente regionale (oggi in pensione), al quale aveva rivelato circostanze riservate sulle attività d'indagine disposte dalla Procura. “Ma adesso… il… il pm ha nominato un tecnico Ctu (Consulente tecnico d'ufficio ndr)”, spiega Dovigo al dirigente, che replica: "allora vuole dire che non si fida di noi… perché è grave ‘sta cosa qua”. Ma per Dovigo il Ctu “non ne concluderà niente”, e il dirigente gli dà ragione: “il Ctu si baserà sui nostri rilievi cosa vuoi che faccia”. Dovigo è piuttosto sarcastico: "Sì ma sono arrivati su con tutti cartellini tipo CSI… lì c’è un mozzicone… lì c’è altre cose… ah… han beccato un rastrello… sì rastrello stan facendo i fieni per forza che c’è il rastrello…”.

Le ipotesi di truffa e tentata truffa

L'inchiesta non è ancora chiusa e ha spaziato anche su diversi altri episodi di intervento da parte dei velivoli di Sky Aviation nel corso del 2023, per i quali sono indagate tuttora almeno altre tre persone (ma potrebbero essere di più). Gli inquirenti scrivono nelle loro annotazioni investigative del 18 ottobre scorso (e ribadendo con forza le risultanze investigative nel decreto di perquisizione datato 1 dicembre 2023) che "nessun volo per enti pubblici è risparmiato" dalle iniziative illecite degli indagati.

Per dirlo, i militari dell'Arma si sono avvalsi di 42 intercettazioni ritenute probanti, nonché del sequestro di: smartwatch e di ogni altro oggetto tracciante la movimentazione dei mezzi in uso al personale elicotteristico; cellulari, smartphone, tablet e pc portatili; Quaderno tecnico di bordo (Registro voli e piloti) in originale di tutti i modelli di elicottero oggetto di interesse investigativo; fatture e documentazione contabile; schede degli interventi (recanti durata e personale impiegato); le benne 'Bambi Bucket' utilizzate nell'incendio di Aymavilles e in un altro grosso rogo a Sarre (per il quale il presunto autore dell'accensione è indagato nello stesso procedimento per incendio colposo); le registrazioni degli impianti di videosorveglianza che documentano arrivo e partenza degli elicotteri; il Modello Organizzativo di Gestione di Sky Aviation; i verbali di esecuzione dei contratti di appalto. I sequestri sono stati effettuati in abitazioni private e luoghi di lavoro, compresi gli uffici della Protezione civile valdostana.  E così dalle indagini è emerso che se chi usufruisce dei servizi con elicottero "ha scarsa conoscenza delle procedure alle quali si deve attenere il concessionario", la mancanza di precisi controlli "consente a quest'ultimo di speculare irregolarmente aggirando il capitolato d'appalto".

Come ad esempio servirsi, per spegnere un incendio, di un elicottero non idoneo perché non equipaggiato per le esigenze di protezione civile. Sarebbe accaduto il 20 agosto 2023, quando per domare le fiamme in località Alpenzu di Gressoney Saint Jean fu utilizzato un velivolo privo delle caratteristiche indicate nel capitolato; "condotta ingannevole", spiegano i carabinieri, messa in atto dagli indagati perché l'elicottero preposto ai servizi di protezione civile era impegnato per voli panoramici sopra Courmayeur. Gli inquirenti parlano di "abitudine, da parte dei responsabili della Sky Aviation, di 'gonfiare' i tempi effettivi di volo nella registrazione dei servizi per conto della Protezione civile e altri enti pubblici". Pratica agevolata dal fatto che "il controllo da parte della Protezione civile sull'effettivo tempo di volo, avviene esclusivamente vidimando la documentazione fornita dalla stessa Sky Aviation".

E' la ditta che compila le bollette che attestano il tempo di volo effettivo in maniera tale da farlo combaciare con il quaderno tecnico di bordo, per cui anche in caso di controllo "la documentazione sarebbe falsa, risulta regolare". Le intercettazioni telefoniche hanno permesso di individuare numerosi episodi nei quali la documentazione da sottoporre al vaglio dell'organo di controllo sarebbe stata falsata. Accadde per un volo al bivacco Camardella: "Segno bivacco Camardella o altro", chiede un elicotterista a Penco, che risponde: "no, no, segna Comune di La Thuile e sotto, nelle note, metti convenzione elisky Comune Courmayeur e poi pompagli su un po' di minuti...", che da 17 posso salire a 24. Vale anche per gli interventi di volo sopra i sentieri delle gare internazionali di trail, come l'Ultra Trail Mont Blanc-UTMB e il Tor des Géants. "Io qualcosina caricavo (volo sull'UTMB ndr)...come per il Tor..." e da 25 i minuti potevano diventare 30. In un altro servizio al Camardella il minutaggio passa addirittura da sei minuti a "trenta dai...perfetto...". 

Nel corso delle intercettazioni, gli episodi di presunte truffe sui minuti di volo (che costano cari, è bene ricordarlo) si moltiplicano. "Mettiglielo anche 20...tanto è il Comune...", indica Penco a un elicotterista il 4 ottobre durante un volo sull'UTMB.  Non sempre, però, le cose vanno per il verso voluto da Penco. Il Reparto Operativo dell'Arma annota che in un'occasione un funzionario dell'Ufficio attività geologiche della Regione si accorge che l'indicazione dei tempi di volo sulla Becca di Nona era 'sballata': 108 minuti contati come tempo di lavoro effettivo contro i reali 28 di lavoro e 80 di trasferimento del mezzo. Fa una bella differenza perché la Regione paga 23 euro per ogni minuto svolto di lavoro e 16,48 per ogni minuto di trasferimento dell'elicottero. Penco, al telefono con il funzionario, ammette l'errore e spiega che rifarà la fattura. Poi, al telefono con la segretaria, sottolinea con lei l'irregolarità del conteggio ma poi ammette candidamente "...a parte che gli ho messo talmente...talmente tanti minuti in più che..." praticamente, anche rifacendola la fattura restava comunque ben 'gonfiata'. 

A onor di cronaca, va ricordato che nel maggio del 2021 Alessandro Penco era stato assolto dal Tribunale di Aosta dall'accusa di truffa aggravata ai danni di tre Comuni valdostani su presunte truffe nell'ambito del servizio di eliski. Il pm Luca Ceccanti aveva chiesto per lui e un altro imputato un anno e sei mesi di reclusione, il giudice era stato di altro avviso.

pa.ga.

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