Cultura - 14 agosto 2024, 06:53

La scissione, legame dello sviluppo intellettuale e tecnico nel ‘900

'Come la pazzia, in un certo senso elevato, è l'inizio di ogni sapienza, così la schizofrenia è l'inizio di tutte le arti, di ogni fantasia' (Hermann Hesse)

PhotoCredit: medicinaonline

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Il ‘900: il secolo che, attraverso la schizogenesi, il rompere per costruire, propugna l’andare oltre.  Oltre il Decadentismo che chiude il XIX secolo con una sfiducia nella scienza e nel progresso e la necessità di un incerto andare oltre. Una risposta a quella sfiducia è Albert Einstein e la sua indagine sui segreti più profondi dell’universo; è Max Planck e la sua teoria dei quanti: capire l’infinitamente piccolo per capire l’infinitamente grande.

Questa indagine si estende a ogni ramo della conoscenza: in psicologia con Sigmund Freud si indaga la scissione dell’io, in fisica Enrico Fermi ed Ettore Majorana arrivano alla scissione dell’atomo, in pittura Picasso scinde la prospettiva raffigurando i soggetti contemporaneamente da diversi piani prospettici, Boccioni scinde la figura nelle sue componenti dinamiche di colore e movimento, Vasilij Kandinskij scinde l’immagine nelle sue componenti oniriche ed atomiche. In letteratura James Joyce scinde i piani della narrazione intorno a Leopold Bloom attraversando diversi e vari stili narrativi. Intanto, nel teatro, Luigi Pirandello manda in frantumi i piani della rappresentazione: i Sei Personaggi esplodono sul palcoscenico trascinando con sé oltre la verità della maschera le antiche unità di tempo, luogo e azione. In campo musicale John Cage scinde la musica giungendo alla valorizzazione del silenzio, sua unità minima.

Nell’ultimo decennio del ‘900 anche la gastronomia è legata a questo tipo di ricerche: Hervé This, chimico considerato l’iniziatore dell’approccio scientifico all’arte culinaria, Pierre Gilles de Gennes, premio Nobel della Fisica e Ferran Adrià, chef catalano, scindono il senso del gusto e la consistenza delle pietanze per un nuovo risultato culinario: nasce la cucina molecolare. 

Gli artisti e gli scienziati captano ognuno con il proprio linguaggio e in modo proficuo quella scissione che caratterizza la condizione umana, non sempre consapevole, dell’uomo del ’900, scissa nei suoi rapporti con se stesso e nei rapporti con gli altri esseri con cui dovrebbe entrare in relazione. Lo psichiatra e filosofo scozzese Ronald Laing sostiene che non si tratta solo di un disturbo psichico, ma della malattia del nostro tempo. “Il concetto di normalità non esiste, perché molti uomini così detti normali costruiscono falsi io per difendersi dalla realtà”.

Appartengono ancora alla letteratura le invenzioni di Italo Calvino che in tanti suoi racconti raffigura l’allegoria di una condizione dell’uomo del ‘900 sempre alienato, mutilato della sua vera essenza fino all’impossibilità di raggiungere quella completezza a cui pure aspirava. 

“Solo la scissione e il contrasto rendono ricca e fiorente una vita. Che sarebbero la ragione e la temperanza senza la conoscenza dell'ebbrezza, che sarebbe il piacere dei sensi, se dietro di esso non stesse la morte, e che sarebbe l'amore senza l'eterna mortale ostilità dei sessi?" (Hermann Hesse). 

Gian Marco Parrella

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