"Voglio chiarire che non si è trattato di raptus, di gelosia o di passione. Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima".
Ha esordito così il procuratore capo di Aosta, Luca Ceccanti, nella conferenza stampa sull'omicidio della 22enne Aureliane Nathalie Laisne di Saint-Priest, cittadina vicino a Lione.
Il corpo senza vita della giovane francese è stato rinvenuto nella chiesetta diroccata del villaggio abbandonato di Equilivaz a La Salle. Teima Sohaib (foto sotto), 21 anni, cittadino italiano ma di origine egiziane fidanzato della vittima che era con lei in Valle d'Aosta, è "gravemente indiziato del delitto di omicidio premeditato e aggravato commesso tra il 26 e il 27 marzo", ha aggiunto il magistrato ringraziando per la fattiva collaborazione Agenzia dell'Unione europea per la cooperazione giudiziaria penale Eurojust.
Il pm Manlio D'Ambrosi, titolare del fascicolo sull'omicidio, ha spiegato che il caso è stato risolto per un efficace incrocio di dati:" individuando chi era transitato all'interno del territorio nazionale e nelle vicinanze di La Salle è stato possibile dare un'identità certa, anche grazie ad un confronto con le fotografie, alla persona offesa e successivamente si è cercato di comprendere chi fosse la persona che l'accompagnava".
Il tenente colonnello Tommaso Gioffreda, comandante della Compagnia di Aosta e il colonello Giovanni Cuccurullo, comandante del Gruppo Carabinieri, hanno precisato che i documenti (finora non ritrovati così come il suo telefono cellullare) della ragazza erano stati controllati all'ingresso in Italia.
"Le testimonianze raccolte - ha proseguito D'Ambrosi - ci hanno indicato come indiziato dal reato il soggetto che ieri è stato fermato a Lione. Una volta individuato il corpo senza vita della giovane era fondamentale capire le cause del decesso. Per questa ragione è stato conferito l'incarico dell'autopsia. Successivamente si è passati a vedere i movimenti tra i soggetti e a cercare il movente. Il tempo trascorso dal ritrovamento del corpo al momento in cui vi è stata l'individuazione del soggetto è stato breve, bisogna dare merito ai carabinieri che sono riusciti a far combaciare i dati per dare un'identità e successivamente a localizzarlo".
Sull'indiziato Teima Sohaib sussistono "gravi indizi di premeditazione". I due ragazzi avevano "una frequentazione assidua tra Italia e Francia" ma il rapporto "non era sereno". Erano stati fermati e identificati il 25 marzo mentre entravano in Italia dal traforo del Monte Bianco. I carabinieri hanno evidenziato che è stata utilizzata per il delitto "un'arma da punta e taglio". L'omicidio è avvenuto - secondo gli inquirenti - "verosimilmente" all'interno dell'ex chiesetta. L'assassino ha poi "ricomposto il corpo della vittima, mettendola in una posizione fetale dormiente, con una pietra dietro la schiena per non farla rotolare sul lato". La coppia si spostava utilizzando prevalentemente mezzi pubblici e il furgone rosso da molti notato in quei giorni "non ha nulla a che vedere con il delitto".
Intanto Teima Sohaib è comparso oggi di fronte alla procura di Grenoble a causa del mandato d'arresto emesso a marzo da un giudice per violazione del controllo giudiziario. La procura di Grenoble dovrebbe aver chiesto al Giudice delle Libertà e della Detenzione la revoca del controllo giudiziario del giovane disposto il 13 gennaio, in attesa della sua comparizione il 3 maggio innanzi al tribunale penale di Grenoble per rispondere di violenza domestica e di minacce contro la sua compagna. La speranza della Procura di Aosta è quella di trovare un accordo per l'estradizione, considerato che l'omicidio è stato commesso in Italia e che la stessa polizia francese lo ha arrestato primariamente proprio per questo delitto.