"Abbiamo chiesto al gip di disporre ulteriori indagini per accertare che i protocolli sanitari siano stati rispettati da chi di dovere; questo perché in quelle precedenti secondo noi vi sono state lacune evidenti. Riteniamo inoltre che il sistema di prevenzione della clinica in cui è stata operata la giovane valdostana abbia evidenziato delle falle".
Lo ha detto a Laprimalinea.it l'avvocato Fabio Foglia Manzillo, che assiste come parte lesa i familiari di Janira Mellé, 25enne maestra di sci e atleta di La Thuile deceduta il 10 giugno 2023 all'ospedale Parini di Aosta, dove si era recata due giorni prima con febbre alta e una forte cefalea.
A ucciderla era stata una meningite batterica contratta quattro giorni prima in fase di anestesia in una clinica privata a Torino in cui era stata operata per una banale frattura a una caviglia. Lo aveva stabilito l'autopsia effettuata dal medico legale Roberto Testi, su incarico del pm di Aosta Francesco Pizzato che aveva aperto un fascicolo contro ignoti con l'ipotesi di omicidio colposo e che poi lo aveva trasferito alla procura di Torino per competenza territoriale. La procura piemontese, però, lo scorso novembre dopo un solo mese di accertamenti aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, non rilevando colpe nemmeno nei medici della clinica. Una decisione alla quale i familiari di Janira si sono opposti con ricorso: l'udienza per l'opposizione al decreto di archiviazione si svolta oggi, mercoledì 27 marzo, al tribunale di Torino. Al termine dell'udienza, il giudice si è riservato la decisione. "Decisione che molto probabilmente non sarà comunicata a breve - spiega l'avvocato Foglia Manzillo - e noi attendiamo fiduciosi che la Giustizia si pronunci".
Il 20 maggio 2023, Janira cadde e si fratturò una caviglia mentre era in vacanza con il suo fidanzato, Didier Perrier. Il 6 giugno Janira si operò in una rinomata clinica privata a Torino; L'operazione tecnicamente andò buon fine ma il 7 giugno rientrando in Valle, Janira Mellé inizia ad avere nausea, forte mal di testa fino all'arrivo a casa dove iniziano convulsioni e crisi epilettiche sotto gli occhi del fidanzato e dei familiari. All' arrivo del 118 la ragazza viene trasferita d'urgenza in ospedale, sedata e intubata nel reparto di rianimazione.
Il giorno successivo deve essere operata d'urgenza alla testa, ma Janira muore il 10 giugno. A settembre l'autopsia conferma la causa della sua morte, meningite batterica contratta durante l'anestesia spinale praticatale nel nosocomio privato torinese. A novembre il giudice (sostituto procuratore ndr) di Torino richiede l'archiviazione del caso alla quale l'avvocato della famiglia si è subito opposto.