Integrazione e solidarietà - 25 novembre 2023, 14:15

Femminicidio: Pcp, 'nasce da deliri patriarcali'; PlA, 'insieme lo sconfiggiamo'

Femminicidio: Pcp, 'nasce da deliri patriarcali'; PlA, 'insieme lo sconfiggiamo'

"La violenza contro le donne nasce in Italia come reazione difensiva al processo di emancipazione che, bloccato per 20 anni dai deliri viriloidi del fascismo, ha in pochi decenni fatto fare grandi passi in avanti alla condizione femminile. Lo afferma la psicoterapeuta Marina Valcarenghi in un bellissimo filmato del regista Yuri Ancarani, proiettato ad Aosta nelle scorse settimane, ma evidentemente non visto dai molti che hanno preso parola in questi ultimi tempi, sia nelle sedi istituzionali sia sulla carta stampata".

E' quanto scrivono in una nota le consigliere regionali del Progetto civico progressista-Pcp, Erika Guichardaz e Chiara Minelli, nella Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne."Questo cammino verso la parità ha disorientato fortemente gli uomini- aggiungono- provocando diversi tipi di reazione. La violenza ne è un esempio estremo. Ma la violenza nasce nel contesto di una cultura patriarcale millenaria che ha segnato e condizionato uomini e donne. Solo una penosa ignoranza può far leggere la realtà oggettiva di una società ancora malata di patriarcato come un'accusa a tutti gli uomini di essere dei criminali. Ma certo la responsabilità non si limita agli esecutori materiali. C'è tutto un brodo di coltura che abbiamo visto sobbollire in questi ultimi tempi".

Per le consigliere del Pcp, "è di quel brodo che si alimenta la subcultura dell'uomo forte tipica dei nostalgici del ventennio, è quel brodo che nutre l'infantile rivendicazione del turpiloquio sessista come scherzo innocente, anzi necessario. Ed è in quel brodo che ha nuotato l'intero Consiglio regionale rifiutando di prendere in considerazione la nostra mozione, presentata qualche tempo fa, che esprimeva preoccupazione e invitava ad approfondire il fenomeno".

Minelli e Guichardaz concludono: "Certo, meglio quelli che hanno poi cercato di riprendere credito esternando la propria solidarietà alle vittime, di quelli che le hanno irrise con uno striscione appeso all'Arco d'Augusto", citando un'iniziativa di CasaPound a difesa dei patriarcato in cui è stata usata una "frase che esibisce la loro ignoranza" e di "un gesto che rappresenta bene la paura di chi credeva di essere un maschio alfa e si ritrova guardato come un povero omega senza dignità".

Anche Pour l'Autonomie-Pla "esprime la sua ferma condanna verso ogni forma di violenza contro le donne". Il segretario Aldo Di Marco spiega: "La violenza di genere, sia essa fisica, psicologica, sessuale, economica è diventata ormai un'emergenza preoccupante che interessa in modo diffuso e trasversale tutta la nostra società. Anche quest'anno, nonostante le molte parole spese per spiegare il fenomeno e le diverse norme in vigore per contrastarlo, si deve registrare come un numero impressionante di donne siano state vittime di condotte violente perpetrate da presunti uomini -in buona parte partner o ex partner- animati da un distorto senso di possesso e incapaci di dare il giusto significato al valore dei diritti umani e del principio di parità tra i sessi, che sono i fondamenti indispensabili per una convivenza civile fra individui".

Il segretario di Pla prosegue: "Giunti a questo punto, par più che evidente che occorra estirpare le radici culturali più profonde di una mentalità purtroppo molto radicata, e per farlo è necessario che si agisca contemporaneamente con misure di prevenzione e di sensibilizzazione realmente efficaci da attuare nelle scuole, nelle famiglie e nelle comunità, e con iniziative atte a educare soprattutto le giovani generazioni a un'affettività sana, a un'emotività equilibrata e a relazioni sentimentali fondate sul rispetto reciproco". 

Di Marco conclude: "Per eliminare la violenza contro le donne occorre l'impegno di tutti. Istituzioni, mondo della politica e cittadini devono formare un'alleanza solida che superi le contrapposizioni ideologiche e sappia perseguire tenacemente questo comune obiettivo di civiltà. Lo dobbiamo a tutte le donne -madri, figlie, sorelle, mogli, compagne, fidanzate- minacciate, ferite, o uccise da uomini violenti. Lo dobbiamo a tutte le donne sul cui futuro pesa l'incognita di venire a contatto con uomini che possano offenderne la dignità, negarne il diritto all'autodeterminazione, o metterne in pericolo l'incolumità".

 

red.laprimalinea.it

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