Un uomo forte e mite al contempo, benevolo e sempre sorridente che, finché ha potuto, è sempre stato presente alla messa nella cappella dei partigiani di Saint-Nicolas per ricordare gli amici persi per mano fascista nel combattimento del luglio '44 e mantenere vivo il significato ed i valori della Resistenza.
Morto domenica scorsa, Mario Venturella era nato il 17 aprile del 1924 a Lonigo, in provincia di Vicenza.
"Nel periodo della Resistenza - si legge in una nota dell'Anpi - con il cambiamento di alleanza, non esitò a scegliere il campo e decise di combattere nelle formazioni partigiane. L'1 luglio 1944 entra quindi nella banda 'Vertosan' a Saint-Nicolas comandata da Andrea Pautasso, il capitano 'Bert' e dove c'è suo fratello Guerrino, più vecchio di lui di otto anni".
Il suo nome di battaglia era Roberto. Guerrino era invece entrato all’inizio dell’estate 1944, accompagnato da un collega di lavoro, Guglielmo Boldrini, che come lui lavorava in Cogne (Entrambi erano alle dipendenze di Giovanni Marchese, quadro inferiore allo stabilimento e presidente degli Adulti Azione Cattolica-ACC).
'Roberto', come ricordato nel foglio notizie dell'Anpi, è fra i protagonisti del rastrellamento nazifascista del 30 luglio 1944 in quanto fece parte della squadra di Vedun, che la sera stessa della terribile giornata, si trasferirà a Runaz, per poi salire verso Planaval. Dopo l'attacco passa, insieme a una parte della banda Vertosan, in Valsavarenche sotto il comando di Rolando Robino e anche qui partecipa alla difesa della Valle, nel momento cruciale in cui i nazifascisti riprendono le vallate, occupate nell’estate dai partigiani. Dopo questa fase di inteso impegno, durato dall’inizio di ottobre al 3 novembre 1944, è costretto a svallare dalla Valsavarenche in territorio francese insieme agli altri partigiani di Valsavarenche e di Cogne, inseguito al noto attacco nazifascista. Potrà rientrare in valle solo guerra finita.
Giudizio del foglio notizie del Comandante, confermato dal Comandante di Brigata Partigiana: “Ottimo elemento che ha sempre compiuto il suo dovere ben meritandosi il titolo da partigiano”.
L'Anpi porge sentite condoglianze alla famiglia di 'Roberto'.