Cronaca - 24 ottobre 2023, 10:50

Corruzione, nell'inchiesta The Stone indagati anche Tiziano Colliard e la stessa impresa Vico srl

Doppio avviso di garanzia: uno alle persone fisiche, l'altro all'azienda. Tiziano è il figlio di Ezio, 'patron' dell'impresa che risulta ente indagato per illeciti amministrativi; sono 35 le intercettazioni 'rilevanti' che, secondo il procuratore della Repubblica Luca Ceccanti e gli investigatori della Guardia di finanza, dimostrerebbero la corruzione

Ezio Colliard insieme all'avvocato Corrado Bellora all'ingresso del Palazzo di Giustizia di Aosta

Ezio Colliard insieme all'avvocato Corrado Bellora all'ingresso del Palazzo di Giustizia di Aosta

Sono gli imprenditori edili nonché padre e figlio Ezio (68 anni) e Tiziano Colliard (47) di Hone; l'architetto 58enne Valerio Cappelletti (foto in basso), membro sino al 21 maggio scorso della Commissione edilizia comunale di Valtournenche ma anche la stessa impresa edile Vico srl dei Colliard in quanto 'ente giuridico' responsabile per gli illeciti amministrativi dipendenti da altro reato, gli indagati nell'inchiesta 'The Stone' del procuratore capo di Aosta facente funzioni, Luca Ceccanti e della Guardia di finanza. A tutti è stato notificato ieri 'doppio' avviso di garanzia 415 bis - per il reato di corruzione per l'esercizio della funzione' (art. 318 cp) e per illecito derivante dalla corruzione stessa - in relazione a un presunto accordo corruttivo volto al rilascio delle autorizzazioni per la realizzazione del 'mini grattacielo' The Stone a Breuil Cervinia. A Tiziano Colliard, secondo gli inquirenti, vanno ricondotte le 'scelte strategiche' e operative della Vico srl, 'privato corruttore'.

L'impresa Vico srl risulta 'ente sottoposto a indagini' (con tanto di secondo avviso di garanzia) per illecito amministrativo in presunta violazione dell'articolo 25 del Decreto legislativo 8 giugno 2001, n. 231 'Disciplina della responsabilità amministrativa delle persone giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di personalità giuridica', ovvero nello specifico per 'concussione e corruzione, induzione indebita a dare o promettere utilità', reato che nel caso specifico sarebbe punito, oltreché con la condanna penale, anche con la perdita di 200 quote societarie. Una circostanza che, almeno in Valle d'Aosta, rappresenta una novità assoluta.

Per gli inquirenti l'architetto Cappelletti si sarebbe accordato con Colliard per fargli ottenere il parere positivo sul rilascio del titolo a costruire il palazzone, ottenendo quale contropartita la promessa di una dazione complessiva di 330.000 euro. Gli indagati, sostiene il Nucleo di polizia tributaria delle Fiamme Gialle al comando del maggiore Carlo Iannuzzo, "avrebbero pattuito di diluire il pagamento della somma nel tempo, sotto forma di corrispettivo per false consulenze, con un anticipo pari a poco più di 10 mila euro"; denaro versato da Colliard a Cappelletti nel pomeriggio del 19 maggio scorso in piazza Chanoux con un assegno circolare sotto gli occhi degli stessi finanzieri. Vi sarebbe stato inoltre, si legge nell'avviso di conclusione indagini, l'impegno  ad accelerare le operazioni di acquisto dei terreni di Cappelletti, in particolare sull'area camper di Valtournenche, con sovrapprezzo a favore dello stesso Cappelletti, non dichiarato e corrispondente ai 300.000 euro promessi.

Nell'avviso di garanzia le Fiamme Gialle evidenziato 35 intercettazioni telefoniche e ambientali ritenute 'rilevanti' ai fini delle indagini, che vanno dal 18 luglio 2022 al 16 maggio 2023, tre giorni prima dell'arresto di Ezio Colliard e Valerio Cappelletti.

A maggio il gip di Aosta Giuseppe Colanzingari, nella sua ordinanza, pur assentendo sulla sussistenza di indizi e convalidando il fermo, aveva sollevato forti dubbi sulla ricostruzione degli inquirenti, accogliendo invece diverse osservazioni degli avvocati difensori, Corrado Bellora e Andrea Giunti per Colliard e Filippo Vaccino per Cappelletti.

La prima è che tra Cappelletti - che si era presentato in udienza con un trolley zeppo di documenti - e Colliard sussistesse da oltre dieci anni un fattivo rapporto finalizzato alla realizzazione di un grande albergo sull'ex area camper di Valtournenche, grande appezzamento metà del quale è di proprietà della società Alva srl dei fratelli Alessio e Valerio Cappelletti e l'altra metà di altri sei proprietari.

Sarebbe stato proprio l'architetto Valerio a realizzare il progetto dell'hotel e ad adoperarsi, in forma ineccepibilmente legale sottolineano i difensori, per far si che si giungesse venerdì 19 maggio al preliminare di compravendita dell'ex area camper di Valtournenche. Prezzo pattuito per l'acquisto da parte della Vico, due milioni e mezzo di euro da versare ai sette proprietari. Con Valerio Cappelletti, però, che per il buon fine di questa operazione ha lavorato per anni, Colliard si sarebbe accordato per l'ulteriore compenso di 330.000 euro a titolo di prestazione/consulenza professionale svolta in tutti questi anni: una cifra tutto sommato più che congrua, anzi inferiore di almeno la metà di qualunque provvigione, considerato che la realizzazione della struttura alberghiera costerebbe a Colliard poco più di 25 milioni di euro.

E c'è di più, avevano sostenuto in udienza gli avvocati, mostrando al gip una scrittura privata sottoscritta da Colliard e Cappelletti subito dopo il preliminare di compravendita: trattandosi di un'operazione 'success free' ovvero 'salvo buon fine', se alla data del 30 novembre la compravendita non fosse stata perfezionata con tutti i proprietari dell'ex area camper, Cappelletti avrebbe dovuto restituire i diecimila euro anticipatigli da Colliard sul maggior compenso di 330.000 euro, oltre a eventuale caparra versata per l'acquisto del terreno. 

Vicenda giudiziaria articolata e lungi dalla conclusione

Va ricordato che il patron della Vico e Cappelletti hanno presentato ricorso in Cassazione (e sono in attesa di conoscere la data dell'udienza) contro la decisione del Tribunale del Riesame di Torino, che per Colliard nel luglio scorso ha stabilito il divieto temporaneo di esercitare uffici direttivi delle imprese, mentre per il professionista il divieto temporaneo di esercitare pubblici uffici. I giudici del Riesame di Torino avevano infatti riconosciuto la sussistenza di un grave quadro indiziario nei confronti dei due indagati, valutando il ricorso in Appello presentato dal pm di Aosta Luca Ceccanti contro l'ordinanza del gip di Aosta che il 23 maggio scorso aveva rimesso in libertà Colliard e Cappelletti. 

 

Per gli inquirenti delle Fiamme Gialle, la vicenda 'The Stone' è solamente una tranche della complessa mole documentale acquisita da luglio 2022 ad oggi; basti pensare, per l'appunto, che anche la stessa realizzazione del grande albergo sull'ex area camper di Valtournenche è oggetto di indagine. Soltanto la nota informativa che la GdF ha inoltrato pochi mesi fa al procuratore Ceccanti è composta da oltre un centinaio di pagine, nelle quali il reato maggiormente evidenziato è quello di corruzione nelle fattispecie del 318 e 319 cp, ma figura anche quello di false fatturazioni per operazioni inesistenti.

 

 

patrizio gabetti

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