Per il pm sono frasi orribili e attinte da "un campionario" di smargiassate e oscenità, derivanti "da un malcostume ormai imperante e fomentate dal contesto sociale attuale" ma alle quali "non si può attribuire" un livello di pericolosità concreto. Per il difensore della parte lesa sono invece "minacce bell'e buone".
E' fissata per il prossimo 8 novembre al Tribunale di Aosta l'udienza di opposizione all'archiviazione di un procedimento penale che vede parte offesa il manager milanese Massimiliano Pogliani, amministratore delegato di Illy Caffé dal 2016 al 2022, mentre imputato per il reato di minaccia è un imprenditore polacco. Entrambi nel novembre 2022 erano in vacanza a Courmayeur con le rispettive famiglie e una sera si sono trovati a cena nello stesso ristorante della località ai piedi del Monte Bianco. A causa della presenza in sala del cane di Pogliani non gradita dal polacco, irritazione corroborata magari da qualche bicchiere di troppo, il turista straniero ha iniziato a inveire contro Pogliani, che ha replicato alle rimostranze del vicino di tavolo. Secondo la denuncia presentata il giorno dopo dall'ex ad di Illy, il polacco brandendo un coltello lo avrebbe così minacciato: "Stai attento che ti ammazzo il cane..." e poi addirittura avrebbe piantato il coltello nella bistecca che era nel piatto del figlio del manager milanese.
Sconvolto e spaventato, Pogliani ha lasciato il ristorante ma il giorno dopo ha sporto querela per minacce contro l'altro avventore. Il fascicolo è stato assegnato al pm Giovanni Roteglia che al termine delle 'indagini sull'accaduto ha inoltrato al gip richiesta di archiviazione "perché il fatto non costituisce reato".
Nella richiesta il magistrato riporta come esempio giurisprudenziale un altro fascicolo a lui intestato per una vicenda quasi 'fotocopia' verificatasi pochi giorni prima della lite in un altro noto ristorante di Courmayeur. Un cliente si era rifiutato di pagare il conto adducendo una serie di motivi ritenuti inconsistenti dal ristoratore, che lo aveva così apostrofato: "Se non paghi ti faccio s......la moglie dal mio cane".
Una frase certamente orrenda da udire, scurrile e offensiva per la quale il cliente aveva sporto querela per minacce, ma che per il pm non può costituire reato perché l'atto in sé è irrealizzabile e la presunta minaccia va ricondotta a questo particolare momento storico in cui malcostume e arroganza la stanno facendo da padroni nella nostra società, ma che al di là dell'attestazione di una spiccata maleducazione e prepotenza da parte di chi l'ha detta non può realmente rappresentare un pericolo per chi l'ha subìta, così come nel caso di Pogliani. Non la pensa così l'avvocato aostano Jacques Fosson, difensore del manager lombardo, che ha proposto opposizione alla richiesta di archiviazione.