In base a una legge regionale di dieci anni fa, la n.3 del 2013, per stabilire il canone di locazione di un alloggio popolare è richiesto a una famiglia l'Indicatore di situazione economica-Ise e non l'Indicatore di situazione economica equivalente-Isee. L’Ise riguarda la situazione economica familiare nel suo complesso; l'Isee scaturisce, invece, dal rapporto tra l'Ise e il parametro derivato dalla Scala di Equivalenza in base al numero dei componenti del nucleo familiare e alla tipologia del nucleo: con inabili, con un solo genitore, eccetera. Una differenza di parametri importante.
A ottobre, cioè da lunedì prossimo, sono fissati i primi sfratti al Quartiere Cogne di Aosta di residenti in alloggi Erp per i quali, in virtù del calcolo Ise, l'Arer che gestisce le case popolari in Valle ha aumentato gli affitti da 50/60 euro sino a 180/200 euro.
Un aumento insostenibile per alcune famiglie del quartiere che oggi, insieme ai membri dell'Associazione Quartiere Cogne-AQC, si sono ritrovati sotto le finestre del Palazzo regionale per protestare e chiedere di modificare la legge regionale e adeguarla ai parametri Isee e non più a quelli Ise.
I locatari Erp chiedono anche un piano di rientro delle morosità incolpevole che possano gestire, l'abbattimento di barriere architettoniche laddove ancora esistono e modifiche alle modalità di accesso agli alloggi popolari. Una delegazione guidata da Rosalia Ventrini (foto sopra), presidente dell'Associazione Quartiere Cogne, è stata ricevuta dall'assessore regionale alla Sanità e Politiche sociali, Carlo Marzi.