Una constatazione, quella contenuta nell'ultima relazione della Direzione investigativa antimafia-Dia, frutto delle indagini portate a termine negli ultimi anni dalle Forze dell'ordine in Valle d'Aosta.
Se la 'ndrangheta, come evidenziano tutti gli indicatori, resta il sodalizio criminale organizzato più potente in Italia, "Per quanto attiene alla criminalità di matrice straniera", in Valle d'Aosta "non risultano consorterie strutturate, ma sono presenti gruppi di etnia albanese ed africana che operano prevalentemente nel traffico di stupefacenti, nello sfruttamento della prostituzione e nella commissione di reati contro il patrimonio".
La segnalazione della Dia è stata 'girata' dal ministro dell'Interno al Parlamento ed è relativa all'attività svolta nel secondo semestre 2022.
Nel corso dell'anno passato in Valle d'Aosta è stata emessa una sola interdittiva antimafia, il numero più basso tra le regioni italiane, così come in Umbria e in Trentino Alto Adige. Non sono stati eseguiti accessi a cantieri da parte della Dia nell'ambito dei controlli sugli appalti pubblici, al contrario di quanto accaduto in altre 11 regioni.
Riguardo alla criminalità organizzata, nel paragrafo relativo alla nostra regione si ricorda che dagli anni ottanta "diverse operazioni di polizia giudiziaria" tra cui Geenna hanno evidenziato "la presenza di strutture criminali mafiose direttamente riconducibili alla 'ndrangheta".
Non risultano, poi, chiare e organizzate attività estorsive nei confronti di commercianti, ristoratori e albergatori.