"Ad Aosta gli accessi in Pronto soccorso a Ferrsagosto sono mediamente limitati a circa 180 al giorno, perché non si riesce a fare fronte al numero ingente dei turisti delle località alpine. Poi non posso non citare il caso di Avellino, dove addirittura è stata chiusa la medicina d'urgenza per mancanza di medici, sono andati via tre medici e sembra che ne stiano per andar via altri tre. La chiusura della medicina d'urgenza ha avuto come effetto quello di intasare il Pronto soccorso. Piccoli esempi che sono però diffusi in tutta Italia".
Lo ha affermato all'agenzia Dire Guido Quici, presidente della Cimo-Fesmed, la Federazione Sindacale che rappresenta oltre 14.000 medici uniti per tutelare i diritti in sanità.
"Per Ferragosto - sostiene Quici - mi aspetto la continuità nella drammaticità. Nei Pronto soccorso ci sarà sicuramente un iper afflusso di persone: basti pensare ai traumi della strada, a quelli nei luoghi di vacanza, immaginiamo gli ambulatori chiusi e le persone anziane sole. Non mi aspetto nulla di buono".
C'è poi un altro aspetto che preoccupa, ovvero quello relativo alla chiusura di numerosi ambulatori territoriali. "Le persone non possono fare altro che rivolgersi al Pronto soccorso, unica struttura che garantisce assistenza h24, 365 giorni all'anno. Il punto di riferimento per un cittadino che ha bisogno di cure e assistenza è sempre e soltanto il Pronto soccorso". Tutto questo non fa che ripercuotersi, negativamente, proprio sugli operatori del Pronto soccorso. "Sono frequenti i casi di medici che presentano forte stress lavoro-correlato. Sono proprio quei medici che ogni giorno forniscono assistenza a persone che hanno problemi oncologici e di tipo cronico. Senza dimenticare le cure fornite giorni fa agli anziani in occasione del grande caldo".