Politica - 07 luglio 2023, 12:18

Rete Civica e Azione, 'legge elettorale urgente ma già in ritardo'

Rete Civica e Azione, 'legge elettorale urgente ma già in ritardo'

"L'impegno assunto dalla maggioranza e dalla Lega di elaborare prima della pausa estiva una proposta di legge sulla riforma elettorale regionale ampiamente condivisa è del tutto in alto mare e siamo ormai a luglio". Lo sostengono in vertici di Rete Civica e Azione Valle d'Aosta, ribadendo "non solo la necessità della riforma, ma anche la sua urgenza".

La nuova legge elettorale, per le due forze progressiste, "deve essere approvata entro la fine del 2023, perché se sarà reale e significativa comporterà molte modificazioni nel modo di operare dei partiti", dicono. E facendo il punto della situazione, spiegano: "L'Union Valdôtaine e Alliance Valdôtaine stanno depositando solo ora la loro proposta di legge. La Lega e Forza Italia hanno annunciato il ritiro delle loro due pdl e la presentazione di un nuovo testo. Al momento rimangono in campo soltanto le proposte di Pco (depositata 15 mesi fa) e del Pd (di aprile 2023), che comunque hanno un'impostazione notevolmente diversa". Per Rete Civica e Azione Vda -che "da più di un anno sostengono la necessità di una riforma elettorale vera, che consenta agli elettori di andare a votare conoscendo prima le alleanze, i programmi delle coalizioni e la persona che si intende proporre come presidente della Regione"- una "riforma incisiva non può essere fatta a ridosso delle elezioni, nell'anno che precede il voto". A maggior ragione "se si considera che sulla legge che uscirà dal Consiglio l'ultima parola spetta agli elettori perché è possibile richiedere un referendum popolare di conferma o meno".

Per i due partiti, "tutto questo richiede tempi adeguati", ma "dalla riunione di ieri della prima commissione non sono venuti segnali incoraggianti: 'si auspica' di riuscire a rispettare la tempistica di fine anno per l'approvazione della legge".

Ribadendo che "la riforma per essere incisiva e fonte di reale stabilità deve prevedere l'elezione diretta del presidente della regione, così come avviene in tutte le Regioni italiane" i due Movimenti concludono: "Visto il marasma politico e il perdurare dell'indecisione è ancora maggiore il rammarico per il 'no' espresso dal Consiglio regionale ad una consultazione popolare tramite il referendum consultivo. Hanno detto di 'no' al referendum prendendo l'impegno di procedere rapidamente ad una riforma, ma ora quell'impegno si è trasformato in un semplice auspicio".

red.laprimalinea.it

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