Attualità - 26 giugno 2023, 20:38

Addio ai partigiani 'Barriera' e 'Saetta'

Nel ricordare il coraggio e il sacrificio di questi due uomini, l'Anpi ha evidenziato che 'non è stato inutile, ma ci ha concesso quasi ottant'anni di pace e di relativa libertà'

Addio ai partigiani 'Barriera' e 'Saetta'

La Valle d'Aosta perde due uomini che combatterono per la libertà dal nazifascismo nella Seconda guerra mondiale. "Oggi, lunedì 26 giugno la nostra associazione ha dato l’ultimo saluto ai partigiani Guido Viola 'Barriera' e Pietro Sentieri 'Saetta'" ricorda in una nota la sezione valdostana dell'Anpi. 

Guido Viola, nome di battaglia 'Barriera' era nato a Rosières-Aux-Saline (Francia) il 7 luglio 1925. Lavorava all'acciaieria Cogne e il 16 giugno 1944, prima del turno del pomeriggio, un collega lo fermò dicendogli che i fascisti lo cercavano, insieme ad altri, per mandarlo in guerra. Raggiunse quindi la banda di Gracchini a Trois Villes. Dopo poco, con altri compagni della banda si spostarono a Cogne perché lì c'era un laboratorio di armi tenuto da Antonio Arizio ed Ernest Breuvé e Guido era utile, visto che alla Cogne era diventato un bravo saldatore. Barriera ha partecipato a diverse azioni, ma ricordava sempre con dolore il 18 luglio 1944, quando lui e sui compagni volevano minare la strada sotto il castello di Sarre e furono scoperti dai fascisti. Iniziò un duro scontro a fuoco dove venne ferito Arturo Verraz, che morì dopo due giorni di agonia.

Negli anni con l'Anpi Guido Viola ha spesso raccontato la propria esperienza nelle scuole, riuscendo ad attrarre con interesse i ragazzi. Spesso parlava del coraggio dei suoi compagni, del medico Mancini, degli Elter e di Canova, ma quando vedeva calare l'attenzione dei ragazzi si metteva a raccontare aneddoti simpatici per attrarre la loro attenzione.

Pietro Sentieri, nome di battaglia 'Saetta' era nato a Genova l'8 dicembre 1927. Suo padre Giovanni era un socialista e fin da subito aveva subìto gli attacchi squadristi e l'olio di ricino. Pietro entrò in 'banda' a 16 anni e per il primo anno, si unì alla 144esima Brigata Garibaldi, presso il distaccamento comandato da Gasparre Cattelani, un insegnante suo compaesano. Sopra il Passo di Cerreto, nell'appennino reggiano passò i primi mesi, spostandosi di continuo, lavandosi in ruscelli e fontane, riempiendosi di pidocchi e subendo la fame. Successivamente entrò nella IV 'Garibaldi' Apuana sotto il comandante Benassi, dove partecipò a molte azioni con il nome di 'Saetta'. Una buona scolarizzazione e una mente brillante lo portarono dopo l'avviamento a diventare perito industriale facendo due anni in uno. La meccanica era la sua passione e lo portò a diventare capo-sezione all'ILSSA Viola di Pont-Saint-Martin e poi a riparare e preparare biciclette per gli atleti. Una passione che coltivò fino alla fine. 

L'Anpi, nel ricordare il coraggio e il sacrificio di questi due uomini, ha evidenziato che "non è stato inutile, ma ci ha concesso quasi ottant'anni di pace e di relativa libertà. E se adesso le cose stanno rapidamente cambiando e assistiamo alla riaffermazione dei disvalori e di una mentalità che ci eravamo illusi sconfitta e superata per sempre, ci rimane il Loro Grande Esempio, come un faro nell'oscurità e nella tempesta."

pa.ga.

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